YLENIA BIANCHIN E LA GIUNTA DI MAROSTICA IGNORANO PERCHÉ HA SUCCESSO LA PARTITA A SCACCHI. SONO PERICOLOSI

Probabilmente non hanno mai chiesto ad alcun ospite: “cosa ti è piaciuto della partita?” Lo si comprende dalla riunione convocata giovedì 3 novembre dalla Bianchin su mandato della Giunta con le Associazioni della Biblioteca. Si comunica il diktat culturale di Mozzo & C. per il 2023: in occasione dei 100 anni della prima Partita a Scacchi, che appunto data 1923, tutte le iniziative culturali devono avere un orientamento scacchistico. Una incredibile “pensata” culturale.

Quella partita a scacchi del 1923 era morta e sepolta perché così non era riproducibile. Era una idea senza storia e vita.

Poi nei primi anni ‘50 un gruppo di intelligenti marosticensi volle riprendere il progetto con un approccio completamente diverso. Non certo per mostrare il gioco degli scacchi, ma mantenendo l’elemento partita.
Ed il bravo Festa della Belfe, avendo esperienza aziendale, trasformo’ questa idea in un briefing per l’arch. Mirko Vucetich. Da bravo artista egli realizzò il progetto prendendo a riferimento usi e costumi di Venezia e stupendo gli spettatori valorizzando Castello, Piazza e Mura di Marostica. Così è nata la leggenda: un grandioso spettacolo con oltre 600 figuranti su un palcoscenico unico al mondo. Certo il titolo è rimasto perché c’è la sfida con gli scacchi e sulla scacchiera sulla piazza per alcuni minuti si muovono le pedine viventi.
Ma i nostri invitati sono abbagliati dalla magnificenza dello show, dall’incredibile incendio del Castello, dallo sfarzo die costumi, dai suoni di un’altra epoca. Insomma Vucetich ha aperto a Marostica una finestra sul mondo veneziano del ‘400.
Tutte cose che non hanno niente anche a vedere col mondo degli scacchi e che Venezia stessa ha perso. Oggi non esiste nulla di simile.
Quindi è lo spettacolo storico costruito da Vucetich che attira il pubblico. Non certamente il gioco degli scacchi di per se’. La Partita a Scacchi rimane un titolo.
Per questo il progetto di un museo delle scacchiere ha un senso molto marginale.
Ha senso invece il museo dei costumi, dei personaggi, del legame con Venezia e della capacità di saper ancora creare con le aziende locali in modo artigianale tutto ciò che serve per il grande show di Marostica. Unico al mondo.
Lo capiranno i nostri amministratori?

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IL CASTELLO DI MAROSTICA AD USO DEGLI “AMICONI” BUCCO E MOZZO. MA CHE COMPETENZE HANNO E COME HANNO DECISO?

di Mario Scuro

L’affido alla Pro Marostica del Castello Inferiore, senza il dovuto dibattito comunitario in quanto il maniero è proprietà dei “marostegani” (cfr. Decreto 1894), ha comportato alcune scelte, che potevano, perlomeno, essere messe in discussione prima della definizione, come previsto dal patto 11 maggio 2018 del sindaco Matteo Mozzo con gli elettori.
Ora, giusto mettere una barriera all’ingresso; anche per evitare occasioni di danneggiamento o di sottrazione: cfr. la pergamena per la Partita a Scacchi 1923 di Gabriele D’Annunzio – l’anno prossimo celebreremo il centenario; i gessi della gipsoteca del grande scultore cittadino Bartolomeo Ferrari; i ricordi della Marostica Umbertina; le “prove” di Mirko Vucetich. Ma – io insisto – occorre arrivare ad una scelta “globale”, sostitutiva degli interventi e dei progetti parcellizzati ai quali assistiamo negli ultimi anni, dopo il completamento del lungo restauro (1990-2008) della fortezza.
Nel frattempo sono ignorate le indicazioni dei gruppi di lavoro e delle commissioni comunali per “la salvaguardia e la valorizzazione del Castello da Basso”: “monumento a ricordo dei Martiri della Resistenza” – lo spazio nel cortile è stato lasciato vuoto, dopo l’intervento Xausa 2012 per la pavimentazione; “Il Castello restituito racconta la storia, la vita e le proposte della Città”, con stesura progettuale indicativa e stampa a spese personali, non rimborsate; “Uso degli spazi monumentali”, con privilegi per i cittadini. Il sindaco Matteo Mozzo si è guardato bene dal convocare le stesse commissioni, preferendo affidarsi all’estro del momento, non ipotizzando la visione di Marostica futura, non affrontando il superamento del turismo “mordi e fuggi”.
Tornando all’argomento titolato, ricordo che la commissione specifica, di cui facevo parte, aveva proposto la visione gratuita almeno del piano terra (cortile, porticato, mastio) e il servizio wc per tutti (come avviene nei castelli scaligeri di Verona e di Soave). La foto riportata annulla l’intenzione comunitaria.
Andrebbe, poi, discussa la decisione di Giunta di questi mesi, che prevede l’utilizzo del Castello per ospitare il “Museo degli Scacchi” con condizioni pesanti per la Comunità: investimento finanziario di 465.000 euro, senza che sia stata effettuata un’analisi di mercato sulla reale attrattiva di un simile museo, con un dubbio ritorno positivo di pubblico (cfr. l’esperienza di Heves, Ungheria, di cui sono testimone); affido decisionale della gestione ad un comitato presieduto dal donatore delle scacchiere, il quale imporrà il suo nome museale scavalcando la proprietà e la decisionalità comunale ed esigerà lo stanziamento di 10/15.000 euro l’anno “per lo sviluppo e l’incremento della collezione” (cioè soldi pubblici per scelte private gratuite).

Purtroppo, dobbiamo constatare che questo è il destino “foresto” delle iniziative originate all’interno della nostra Comunità per il fatto di non averle localmente sapute gestire: v. Opificio Chiurato (“il bubbone del centro storico”, Renato Cevese – abbattuto e ricostruito contro la decisione del PRCS, approvata dal Consiglio Comunale, spesa 12 miliardi di vecchie lire + arredo + pertinenze); Mercatino dell’Antiquariato (diventato, di fatto, dell’usato); Marostica Summer Festival (con sede organizzativa trasferita dall’opulenta Thiene alla modesta Piazzetta Filippi nostrana, senza pubblicizzazione di spesa gravante sulla Comunità …); la futura gestione “romana” del Politeama; soprattutto, la rinuncia alla gestione diretta della Biblioteca Civica e dell’Archivio Comunale.
Ciononostante, l’intrepida direttrice della piazza Ylenia Bianchin annuncia alla stampa: con il Museo degli Scacchi… “Siamo all’inizio di una nuova vita per la Città di Marostica e questa è una sfida che coinvolgerà tutta la città, la regione e l’intera nazione”. Sarà?… Vedremo!..

LA TOMBOLA DI DOMENICA A MAROSTICA COSTA 3.470 EURO E PAGA CUCÙ. LA VENDITA DELLE CARTELLE VALE 3.400 EURO

Certo la vendita delle cartelle ha dimezzato i costi della manifestazione domenica scorsa in Piazza. Manifestazione che indubbiamente ha avuto una grande affluenza di pubblico. La Pro Marostica ha chiesto al Comune il pagamento della differenza dei costi con i ricavi per 3.470,00 euro. Il Comune ha deliberato il pagamento a firma Dr. Gabriele Dal Zotto.
Ma è giustificato che il Comune, cioè noi, paghiamo anche la Tombola? Di solito queste iniziative dovrebbero andare in pari o guadagnare per qualche iniziativa benefica. Altro che pagare! Anche perché la Piazza era stracolma e tutti gli operatori presenti hanno guadagnato ed al limite avrebbero dovuto pagare loro.
Ma una seria “moralità “ non esiste ed paga sempre Pantalone, cioè noi cittadini, addirittura anche la Tombola. Pro Marostica ridicola.

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LA “CONGREGA” DEL CAFFÈ DELLA CUMAN INAUGURA LA SPEZIERIA DI PROSPERO ALPINI A MAROSTICA

Una idea ce la si può fare, ma proprio un’idea con questa piccola mostra in onore di Prospero Alpini al Castello inferiore di Marostica. Perché innanzitutto manca un audiovisivo che la spieghi. Così è solo una esposizione di cose strane che non hanno molto significato per un normale visitatore. Che può capire ben poco.
Invece Prospero Alpini è un grande personaggio non solo perché ha fatto conoscere all’Europa il caffè, ma perché è riconosciuto come il primo farmacologo/botanico moderno, con la conoscenza degli effetti terapeutici delle erbe medicinali. E anche attento conoscitore dei sintomi e dei segni di una malattia.
Quindi un grande personaggio che fa onore a Marostica.
Ma oggi tutto resta con l’apprezzabile Centro Studi, che sta dandosi un programma per studiosi dell’Universita’ dei Padova in attesa anche di soldi, e la fantomatica Accademia del Caffè, sempre limitata più o meno ai soliti personaggi in costume. Invece di valorizzare la figura di Prospero Alpini come il simbolo del Caffè attraverso anche una operazione di marketing turistico, coinvolgendo cittadini e visitatori di Marostica.

Se confrontiamo questa iniziativa, con le sue potenzialità, con l’iniziativa proposta di recente del Museo degli Scacchi o meglio delle scacchiere ci troviamo di fronte in questo ultimo caso ad una operazione a vantaggio di un collezionatore privato di scacchiere, senza una reale valutazione di attrattivita’ di pubblico. Tra l’altro quest’ultima è proprio una iniziativa inventata da quattro gatti senza peraltro alcun riscontro e coinvolgimento, da quel che sappiamo, della locale Associazione degli scacchisti. Un pastrocchio “politico” insomma.

UNA MONTAGNA DI INVESTIMENTI A MAROSTICA, MA NON C’È UN PROGETTO PER UNA “COMUNITÀ ENERGETICA”

L’ultimo è quello per il fantomatico museo degli scacchi. Poi l’orribile e pericolosa nuova fermata del bus, quando era già stato fatto l’investimento per la stazione. Per non parlare del costo milionario del restauro del ristorante al Castello superiore. Insomma il totale spese in conto capitale è pari a 16.542.510,10 euro, non noccioline, per il 2022. Ma quanto di questo mega investimento reca effettivi benefici ai cittadini di Marostica? Come sono quindi bilanciati questi soldi? I cittadini hanno avuto un minimo di voce?
Lo diciamo perché il momento attuale per le tasche dei cittadini è critico. Inflazione, aumento dei costi, crisi energetica. Ed il Comune tace. Degli amministratori capaci e previdenti come minimo organizzerebbero una riunione di programma tra i cittadini.
La creazione di una “comunità energetica” per auto produrre energia sembra un passo da fare rapidamente e da studiare attentamente.
Ci rendiamo però conto che senza persone capaci e con competenze affrontare i problemi che oggi sono di estrema necessità diventa un problema arduo. Con anche un consiglio Comunale in cui sono ancora presenti personaggi che hanno avvallato la truffa dell’appalto del gas con un danno di 910.000 euro.
Siamo quindi in una situazione di investimenti a caso, senza una visione complessiva e con priorità. Un agire razionale ed efficiente si ottiene attraverso il coinvolgimento della Comunità, non con decisioni che piovono dall’alto come Provvidenza della Lega di Marostica per prendere voti.

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SARANNO “POMPATI” 405.320,08 EURO DAL MINISTERO DELLA CULTURA PER IL MUSEO DEGLI SCACCHI A MAROSTICA

E 59.780,00 euro li metterà il Comune. Per un totale di 465.100,08 euro. Questo è in sostanza il progetto presentato dalla Giunta leghista.
Anche questo progetto prevede un consistente investimento senza una adeguata informazione alla cittadinanza. Inoltre non è stata fatta alcuna ricerca sulla reale attrattivita’ di un simile museo, riservato a nostro parere solo agli specialisti ed ad accontentare un personaggio interessato alla propria collezione di scacchiere. Forse in alternativa era più interessante un museo su Prospero Alpini, emerito cittadino medico, farmacologo e divulgatore in Europa del caffè.

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GLI ALBERGATORI LOCALI VANNO A GAS O GASOLIO, POVERETTI. MENTRE QUELLI DEL SUDTIROLO VANNO A CIPPATO SPENDENDO NIENTE

Sono assurde le polemiche recentemente apparse sugli aumenti dei prezzi degli alberghi dovuti all’aumento dell’energia. Dal solito Astuni che continua con il no-marketing, a Lunardi presidente della Confcommercio che non sa che pesci pigliare.
Ma si sono mai sognati i nostri “eroi” di andare a vedere i confratelli dell’Alto Adige? Hanno smesso da anni di andare a gas o peggio a gasolio, ma vanno a cippato, il legno delle ramaglie. È il risultato della gestione dei boschi che in pratica in questi anni di abbandono della montagna sono raddoppiati come estensione. Ora il Trentino-Alto Adige utilizza “solo” il 40% dell’aumento di vegetazione del bosco trasformandolo in cippato, cioè piccole scaglie di legno. In Austria arriviamo all’80%. Quindi con rispetto degli ecologisti le dimensioni del verde non viene toccato, ma vengono utilizzate solo le piante in più.
Ovviamente il prezzo è circa l’80% in meno del gasolio. Occorre però avere una produzione locale, diciamo nell’arco dei 30 km altrimenti comincia ad incidere il costo del trasporto.
Ma i nostri albergatori sono solo capaci a lamentarsi, senza guardarsi intorno ed avere una visione di come può essere gestito il futuro. E questa si chiama gestione lungimirante del business.
Queste informazioni sono state da noi apprese in una interessante serata Comune dei due Rotary di Bassano-Marostica.

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IL FUTURO ISLAMICO DEL CASTELLO SUPERIORE

di Mario Scuro

In appendice al bando di gestione della Taverna de Marostega, l’Amministrazione Comunale ha pubblicizzato il futuro della sommità del Pausolino, prospettando “il nuovo parcheggio di fronte all’ex Museo Ornitologico”; rispolverando l’idea dell’ “ascensore-minareto” per raggiungere a Nord il ristorante; annunciando la “sistemazione dei cortili”.
Ora, dobbiamo dire che la chiusura del museo è stata una ferita per la cultura della Città, dal momento che la vasta esposizione di uccelli offriva una singolarità nella rete di proposte del territorio ed un’occasione per la conoscenza della fauna avicola locale. Singolarità accompagnata dall’ ”esibizione dei rapaci” nel campeto della Rocca, molto seguita dai turisti e dalle scolaresche.
Dell’ascensore-minareto ci siamo già occupati. È un progetto semplicemente assurdo, che, realizzato, suona offesa alla storia, all’ambiente, al Decreto Soragni, di cui Marostica gode, ma che non si vuol realizzare, dopo dieci anni dalla promulgazione sulla Gazzetta Ufficiale. Oso sperare che il soprintendente dottor Vincenzo Tiné – da me avvisato – blocchi nuovamente l’insana idea, che porterebbe all’elevazione di una struttura in cemento-vetro sull’aspro e selvaggio versante Nord del Pausolino, deturpando irrimediabilmente il paesaggio. L’Amministrazione dovrebbe preoccuparsi, piuttosto, di migliorare la strada di accesso, sostituendo il cemento di sostegno, abbandonando l’asfalto deteriorato, eliminando gli scarichi a vista, tagliando le piante selvatiche e infestanti per mostrare il vallo naturale scaligero, come sostenne Aurelio Galfetti, quando venne a Marostica (cfr. Bellinzona, restituita dal grande architetto).
Per i due cortili interni esiste da anni un disegno della Soprintendenza (cfr. i miei interventi a Padova, quando esisteva la sede ministeriale per l’archeologia), mirato al rilievo del sottosuolo (oggi facilitato dagli infrarossi), prima di procedere alla pavimentazione (sperando che non sia la solita asfaltatura).
Si vuole, infatti, accertare – attraverso il rilievo archeologico – quale potesse essere il Castello scaligero, che gli storici descrivono imponente ed impressionante: “Marostega à il castello in cima al monte, è quadro, con quatro toresini ed una torre in mezzo”. Il Matteazzi [esagerando] parla di “una campana della comunità ben grande, che, suonando, si soleva, nella seconda dell’aere, sentir sino a Vicenza, quindeci miglia lontana da Marostica” [detta campana, rifusa e ridotta, è il campanon sistemato, ora, nella torre del Doglione].
Stando ai rilievi effettuati ed alla documentazione d’archivio, il Castello doveva contenere tutto ciò che serviva per essere autonomo e ospitare la residenza del castellano, le milizie, i difensori, le stalle, provvisto di “un profondo pozzo, un mulino da vento, una chiesa non piccola”.
La fortezza fu importante campo di battaglia durante la Guerra di Cambrai (1508-11).

La telenovela della Taverna de Marostega continua …

E SERGIO SAVIOLI SI FA LA CONFERENZA QUASI DA SOLO SULLA GUERRA IN UCRAINA, A MAROSTICA ALLA CHIESETTA SAN MARCO

Non abbiamo capito come si possa organizzare una conferenza così interessante e di estrema attualità da solo. Con il risultato poi di essere in quattro gatti.
Ma i Don Chisciotte esistono ancora, per fortuna, ed uno di questi è Savioli , un marosticense che parla veneto con accento inglese dati i suoi trascorsi in Inghilterra.
Giovedì sera si è affittato e quindi pagato la sala della Chiesetta San Marco. Ha pubblicizzato l’iniziativa sui social con anche una errata comunicazione. Senza firma di chi organizzava l’evento ed uno straccio di contenuti.
L’esposizione di Savioli è stata comunque interessante ed abbastanza completa eludendo però le vere motivazioni della guerra. Che non è una semplice aggressione russa. La Russia era stata messa con le spalle al muro, riducendo il suo ruolo politico al lumicino, essendo ormai circondata da Paesi aderenti alla Nato dopo che facevano parte del Patto di Varsavia.
E la Russia non ha mai avuto in questi anni una strategia politica per far valere i suoi interessi giusti o sbagliati che siano.
E poi il fatto che nessun vero Patriota permetterebbe, come sta facendo Zelensky, di distruggere il proprio Paese con una storia millenaria portandolo anche alla bancarotta.

Infine la pressione mediatica e politica a cui sono sottoposti gli italiani per diventare guerrafondai. Tutti i media sono per Zelensky. Uno scandalo ed un ruolo importante che l’Italia sta perdendo: quello di essere un Paese “mediatore” che non prende mai una posizione estremista.
Noi abbiamo il sospetto che sia in atto una incredibile manipolazione per renderci servi.
Il nostro parere è che con la vicenda dell’Ucraina l’Italia non debba esserci e debba mantenersi neutrale.

Speriamo che la prossima conferenza sull’Ucraina ci siano le associazioni di volontariato di Marostica e l’argomento sia sviluppato in modo da comprendere tutte le sfaccettature.
Crediamo che se commemorare il Canova con tutta la sua attività sia importante, oggi non meno importante sia salvare la nostra pelle con quella dei poveracci destinati a morire.

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RETE VENETA JANNACOPULOS, BRAMAZZA, L’OSPEDALE, L’INFORMAZIONE TRUCCATA, ECC.

La vicenda Bramazza-Jannacopulos è un esempio lampante di una lotta di potere senza esclusione di colpi in una zona in cui anche le regole morali sono sempre più venute meno.

Di fronte ai fatti della querela di Bramazza, direttore generale dell’ospedale di Bassano, contro il “sistema” informativo di Rete Veneta di Jannacopulos alcune considerazioni vanno fatte. Anche per esperienza diretta come manager della “comunicazione aziendale” svolta per tanti anni a Milano.
È evidente che l’informazione ha un grande potere nell’orientare l’opinione pubblica e che ha anche un padrone. Che spesso non è un editore puro e usa anche i suoi media per tutelare i suoi interessi.
Gli equilibri di una corretta informazione nascono nel momento in cui i mezzi di informazione si fanno concorrenza difendendo opinioni ed ovviamente interessi diversi in modo chiaro.
E la pubblicità pubblica o privata serve per rafforzare posizioni spesso interessate e condizionare giornali, tv, radio, internet….
Nel caso specifico di Bramazza è evidente la sua odierna vulnerabilità nata da una vicenda personale di un investimento folle che gli ha procurato una colossale perdita personale.
La patata era passata al suo datore di lavoro: Luca Zaia. Che ha praticamente ignorato la vicenda. E Bramazza è una persona ben diversa dall’ex direttore generale Sartori, uno dentro fino in fondo nella gestione sanitaria.

Se teniamo conto che RETE VENETA è in zona l’antagonista di TV A di proprietà dell’Associazione Industriali con il Giornale di Vicenza, capiamo che gli equilibri dell’informazione sono piuttosto precari. Certo c’è pure Tich con il suo Bassanonet, ma diciamo che è un abile equilibrista che deve tenersi buoni un po’ tutti. E quando magari esagera un po’, come nel caso recente della Pedemontana, viene subito messo in riga.
E entriamo nel fenomeno internet-social, che vivacizza l’informazione con la ricerca di avere una propria base di lettori. In zona c’è ne sono parecchi per lo più tematizzati. Alcuni di destra fanno solo esaltazione partitica.
I pochi seri sono prudentissimi specialmente nell’ambito politico: temono le querele. Non vogliono spendere soldi per gli avvocati che gli amministratori pubblici hanno gratis. E poi servono competenze e professionalità che spesso non c’è.

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