A MAROSTICA PRENDONO ANCHE 405.000 EURO DAL PNRR PER UN MUSEO DELLE SCACCHIERE INUTILE. È UN BIDONE

Sarà solo una esposizione di scacchiere dono di un furbo collezionista che ha convinto la Bianchin & C. a prendersi a carico la sua collezione di scacchiere. In realtà Marostica non è la città degli scacchi come si vuol far credere e non viene svolto alcun torneo di rinomanza nazionale o internazionale, che meriti tale definizione. È la Città della Partita a Scacchi, che è una cosa diversa. Opera del geniale Vucetich valorizza Castelli, Piazza e Mura di Marostica con un grandioso spettacolo che si ricollega alla Venezia del 1400. La Partita a Scacchi è solo il pretesto per la sfida tra i due contendenti. Poteva essere un altro gioco.

Ma fare un museo “statico” delle scacchiere è una cosa fuori dal tempo. Oggi un museo per aver successo deve essere interattivo, coinvolgere il pubblico, non può appunto essere statico. Il più importante esempio di tale tipo di museo è il Muse di Trento che al visitatore fa intraprendere un viaggio tra natura, sostenibilità e tecnologia. Quindi non semplice visita di una esposizione di oggetti, ma partecipazione attiva del visitatore. E può essere fatto un museo della Partita a Scacchi, in cui alcune scacchiere possono giocare un ruolo coreografico.

Dietro al museo delle scacchiere invece non esiste alcuna progettualità e coinvolgimento del pubblico. Non è stata fatta alcuna ricerca. La giunta leghista si è fatta abbindolare da un suonatore di piffero che colleziona scacchiere, senza alcuna riflessione o consultazione di esperti di musei.

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TANTI SOLDI PERÒ POCHI FATTI A MAROSTICA, MA BASSANO NON RIDE, SIAMO QUASI AL DISASTRO

Proprio colpisce che il Teatro Astra, simbolo dei fasti passati di Bassano, stia in pratica crollando. E la società proprietaria dell’edificio si sta avviando felicemente al suicidio economico. Realmente non troviamo spiegazioni ad una simile situazione. Anche la Pavan brancola nel buio non sapendo che pesci pigliare.

E poi c’è il buco da riempire con qualcosa dell’ex Caserma Cimberle-Ferrari con la perdita all’inizio del mandato Pavan dei 10 milioni di finanziamento della Fondazione Cariverona. C’è stata la totale mancanza di rapida capacità di decisione. Adesso c’è l’idea del Genius Center da finanziare con un leasing privato. Come se lo scandalo del finanziamento della Pedemontana non insegnasse niente.
L’edificio del Tribunale è chiuso e non utilizzato da anni in attesa di un ipotetico ripristino del Tribunale utile da strombazzare solo in vicinanza delle elezioni. E che non avverrà realisticamente mai.

È appena scoppiato lo scandalo delle Case di Riposo con rette alle stelle e sotto utilizzate. La Pavan ha tolto la fiducia al Consiglio di Amministrazione.
Per non parlare della ipotesi di chiusura del Convento dei Francescani, simbolo di intervento nell’assistenza sociale.

Certo la Pavan ha dato il via all’ascensore/cabinovia per la risalita dal prato di S. Caterina. Probabilmente anche un anziano ci metterà meno tempo a piedi. E poi come si può rovinare un “dipinto” come quel particolare ambiente con rotaie e cabinovia?

L’unico aspetto di successo è quello cultuale: Mostra Canova, Mostra sui da Bassano, Opera Estate, Museo, Biblioteca ed il rinato Carnevale. Merito dei personaggi capaci che gestiscono le attività, ma anche della politica che non ha ostacolato è scelto le persone giuste. E sono arrivati i turisti non più “spaventati” dal marketing territoriale di certi personaggi sotto l’egida della fantomatica associazione Territori del Brenta.

A Marostica sembra che il nostro Mozzo abbia in tasca un sacco di soldi per investimenti. Ora però viene il tempo della realizzazione e finora in pratica si è visto solo la inutile ed orrenda nuova fermata dei bus. Poi vedremo la ristrutturazione antisismica della scuola primaria con l’utilizzo di una piccola impresa con sede vicino a Napoli, mentre i bimbi vanno a scuola nel patronato opportunamente riadattato in affitto a costi di mercato.
Dovremmo anche avere a disposizione quest’anno il Politeama dopo un’attesa incredibile.

Come maggior stratega culturale, stretto supporter del Mozzo, abbiamo il geometra Simone Bucco presidente della Pro Marostica. Il che è una prospettiva veramente da disperati.

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SI COMINCIA CON IL TOTO SINDACO CON I SOLITI NOMI. OVVIAMENTE ESCLUDENDO QUELLI IMPLICATI NELLA TANGENTE DEL GAS, FORSE

Ci comincia ad essere un po’ di agitazione in piazza a Marostica. Certamente non c’è rissa al momento per fare il candidato Sindaco. Noi avevamo proposto i nomi di Visentin e Guderzo, anche se gli interessati non sembrano gradire. Loro sono soddisfatti di quello che fanno senza pensare a qualcosa di diverso. E fare il Sindaco di una città come Marostica dovrebbe essere invece gratificante in quanto la cittadina ha una notevole notorietà e può essere utile anche nell’ambito di una propria attività professionale.
Qualcuno in piazza ammaliato dal profumo del caffè ci ha suggerito il nome di Roberto Xausa. Come curriculum non si discute, ma crediamo che ormai per Xausa il tempo sia scaduto da un bel po’.
Anche perché in questi anni non ha mai preso una posizione pubblica sulle problematiche cittadine. Ha fatto semplicemente il gestore di una “Opera Pia” secondo le volontà della Volksbank che ha dei soldini da spendere in beneficenza. Senza fare significative iniziative se non tenersi la poltrona in prima fila ad ogni cerimonia, come fosse un rappresentante pubblico e non un “addetto” di una azienda bancaria.

Sulla sponda Pd ovviamente sono in ballo due nomi: Santini e Capuzzo, mentre per il nuovo gruppo di FdI la Costa sembra in prima linea.

Ed alleanze sembrano difficili, anche con la Dalla Valle che più che a Calenda ha da pensare di come uscire dalla faccenda della tangente del gas, di cui ha coperto le responsabilità, forse dando con coraggio ulteriori spiegazioni dopo quelle date con molta fatica al Giudice in tribunale.

Insomma in questo momento il Mozzo, ex venditore di vino, ha la strada spianata per essere rieletto ed arrivare ai dieci anni da Sindaco anche se un bilancio vero e pubblico dei suoi cinque anni ancora non si è visto.

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MAROSTICA DIVENTERÀ LA CITTÀ DELLE SCACCHIERE NON DEGLI SCACCHI. MA NON SI RENDONO CONTO DEL RIDICOLO?

Regna in Mozzo & C. la più completa confusione mentale su che cosa sia la Partita a Scacchi di Marostica. Evidente frutto di una assoluta mancanza di una riflessione culturale.

Marostica è considerata la città della Partita a Scacchi. È errato che sia considerata la città degli Scacchi, in quanto non si svolge alcun torneo ne’ nazionale ne’ internazionale.

La Partita a Scacchi è solo l’ambientamento di un evento spettacolare riproducente storia, usi e costumi del 1400 veneziano. La grande idea dell’artista Vucetich di trasferire Venezia nella meravigliosa Piazza di Marostica.

A Messina, per esempio, si svolge un importante evento internazionale degli Scacchi con 120 partecipanti da tutto il mondo. Forse è Messina la vera città degli Scacchi.
Probabilmente con l’arrivo del fantomatico Museo delle Scacchiere, Marostica potrà aspirare a diventare la Città delle Scacchiere, non del gioco degli Scacchi.
Lo è della famosa Partita a Scacchi e la faccenda è diversa.

Ma senza alcun approfondimento culturale e dibattito la Giunta di Marostica decide di dare alla città la connotazione di “Città degli Scacchi” e non “Città della Partita a Scacchi”.
E qui trova la sponda nel famoso “Dott., Prof.” Bucco Presidente della Pro Marostica per cui la Giunta Comunale delibera di partecipare al Bando di concorso regionale “Città Veneta della Cultura” ipotizzando un programma per 230.287,95 euro.

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DRAMMATICA SITUAZIONE AL PROCESSO PER LA TANGENTE DEL GAS A MAROSTICA

Martedì 14 febbraio è stato il turno dell’interrogatorio della accusatrice Marica Dalla Valle, dopo che precedentemente aveva fatto saltare la riunione non presentandosi.
Ci ha accusati di diffamazione per aver detto che l’appalto del gas nasconde una tangente di 450.000 euro. Il Comune si è aggiunto al processo per “difendere” l’immagine dell’ente.
Subito l’avvocato della Dalla Valle ha cercato in modo provocatorio di impedire che l’avvocato di Morello ponesse delle domande. Ma il Giudice ha impedito tale manovra dando via libera all’interrogatorio della Dalla Valle.
Come si può dire che la faccenda è regolare quando su una prima valutazione di oltre 5.000.000 di euro da parte di Italgas si va a gara con 3.000.000? E poi si pagano a Italgas oltre ai soldi ricevuti da Ascopiave, che vince la gara per quella cifra, altri 910.000 presi dalle tasche dei cittadini?
Ma la Dalla Valle resta muta e non vuol rispondere quando l’avvocato di Morello Le chiede se era possibile dare continuità al contratto precedente senza appalto ed esborso di 910.000 euro. La Dalla Valle ammutolisce e più volte sollecitata dal Giudice a rispondere alla fine dice “credo proprio di sì”.
Allora perché è stato fatto l’appalto con un pagamento aggiuntivo da parte del Comune di 910.000 euro?

Alla fine dell’udienza il nostro avvocato stava per chiamare i carabinieri continuando l’atteggiamento offensivo nei suoi confronti dell’avvocato della Dalla Valle e del Comune.
Forse i nodi stanno per venire al pettine. Alla prossima udienza e sentenza.

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PAOLA CHIUDE. ADDIO ALLA PICCOLA LIBRERIA ANDERSEN TRA L’INDIFFERENZA DEL COMUNE

Mantenere una piccola libreria in un locale con l’affitto da pagare, non è facile. Anche perché in questi anni il mercato dei libri è completamente cambiato. Si vendono in internet, nei centri commerciali, nelle edicole. Una volta le librerie avevano l’esclusività. Ed il libro però è sempre al centro dell’attenzione con numerose presentazioni di autori e novità. Quindi l’interesse ed il mercato ci sono.

Ma si potrebbe sopravvivere? Purtroppo la logica del mercato è spietata e non tiene conto dell’importanza per una Comunità come Marostica di avere una libreria. Certo andavano (o vanno?) esplorate delle alternative. Noi ben 10 anni fa quando eravamo amministratori della Coop Consumatori avevamo proposto la vendita di libri in Coop soprattutto di autori locali. Con un discreto successo. Avevamo inoltre proposto un accordo con Paola in modo che rientrasse nel “mondo” Coop, che non può essere fatto solo di vendita di scatolette.

Ma la logica degli amministratori (e dei dipendenti “padroni”) è stata quella del mattone. D’altra parte come si poteva ragionare con Scomazzon, Consolaro e Capuzzo al di fuori di fare la “bottega” come tante? A loro la cultura non fregava niente. Invece la cultura utilizzata come cardine di un marketing relazionale efficace ed efficiente, può essere il cardine della fidelizzazione dei Soci. Ma occorre fare un master in marketing per capirlo?
Noi ci sentiamo dei predicatori nel deserto, dicendo cose logiche senza essere ascoltati. Intanto Marostica perde una incredibile opportunità e la capacità e l’intelligenza culturale di Paola.

È una ulteriore vergogna anche per Mozzo, tutto preso dal Museo delle scacchiere del Burundi, a cui non interessa nessuno, ed incapace di creare le condizioni culturali reali e necessarie per cui una bella libreria con la biblioteca è il perno per una cittadina come Marostica. D’altra parte prima di fare il Sindaco “vendeva vino” (dichiarazione di Mozzo al processo sulla tangente del gas).

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“CONFEZIONATA” PER LA PRO MAROSTICA LA CONCESSIONE ONEROSA PER 15 ANNI DELL’EX SEDE A&O IN VIA 4 NOVEMBRE

Scade l’1 marzo 2023 la domanda per avere in concessione per 15 anni l’edificio ex A&O.
I soggetti ammessi sono: “associazioni ed enti senza fine di lucro, aventi finalità civiche, culturali, di aggregazione sociale, turistiche e di promozione del territorio e della città Marostica, avvalendosi prevalentemente del volontariato”.

Una tale descrizione si adatta perfettamente alla Pro Marostica, unico soggetto nel territorio con queste specifiche caratteristiche, che in pratica diventa il candidato unico.

Il canone annuo richiesto è di 64.320,00 euro come da perizia esguita pagabile in rate mensili.

Legalmente dovrebbe essere tutto ok.

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I RUDERI DELLA EX FERMATA PROVVISORIA SONO TESTIMONIANZA DELLA IMPROVVISAZIONE DI MOZZO & C.

Siamo sinceramente spaventati di come saranno gestiti i soldi in arrivo per gli investimenti in essere a Marostica. Certo da anni tutto era paralizzato anche per i soldi buttati al vento dalle precedenti amministrazioni. Basta pensare alla piscina o al costo della truffa per l’appalto del gas.
Oggi la situazione non è di avere i soldi, ma come saranno spesi. L’esempio della squallida nuova fermata dei bus è esemplificativo del fare per fare. Per motivi propagandistici della Lega senza progettualità. Tant’è che neanche si pensa di eliminare quello che resta della fermata provvisoria. E chi se ne frega. Peccato della bella Stazione con cesso, bar e ufficio di informazione turistica abbandonata dopo aver investito un sacco di soldi.
Del ristorante al Castello superiore ancora non abbiamo visto comunicazione sul nuovo gestore. Niente si è discusso inoltre con la cittadinanza del restauro effettuato. Sembra alquanto discutibile.
Per il restauro di Porta Breganze i lavori sono ancora fermi. Speriamo che partino quanto prima i lavori interni del Politeama dopo decenni di attesa.
Invece, anche qui senza discussione con la cittadinanza, sembra tutto deciso per accontentare il collezionista di scacchiere per il suo museo all’interno del Castello. Pur appartenendo al Partito della Partita a Scacchi, il Mozzo ancora non ha capito che cosa significa lo spettacolo della Partita e pensa che sia l’esaltazione delle pedine, non che costituisca invece uno spettacolare esempio di ricordo della Storia di Venezia. Quante persone sono interessate a vedere le scacchiere del Burundi?
Non paliamo poi della eliminazione della rotonda di Borgo Panica, con finanziamento dirottato secondo i desideri di Scomazzon non certo dei locali abitanti.

Godiamoci comunque quel che resta del meraviglioso tramonto dietro i ruderi a ricordo del Mozzo. Il cielo non è per momento toccato dalla speculazione edilizia di questi ultimi decenni a Marostica.

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ARRIVANO I NEO-FASCISTI A MAROSTICA? COSTA E SCETTRO SI RIVELANO: SONO FRATELLI D’ITALIA

Ormai si stanno definendo i gruppi politici ed i personaggi per le prossime elezioni amministrative. E ricompaiono i neo fascisti. Sì perché si può dire quello che si vuole ma Fratelli d’Italia deriva dal Movimento Sociale, che a sua volta deriva dal Partito Fascista. Quello della Repubblica di Salo’, per intenderci. Che poi nel 1946 ai nostalgici si sia permesso di aggregarsi nel Movimento Sociale in palese contraddizione con i principi della Carta Costituzionale in divenire con base la Resistenza contro il nazi-fascismo, è la tipica situazione di compromesso all’italiana. Questo ha permesso oggi ai neo-fascisti di andare al governo dopo vari percorsi di purificazione e ovviamente di giurare fedeltà alla Costituzione.
Dato per scontato per la Lega come candidato Sindaco il Mozzo di cui si è parlato anche troppo, in questi giorni è stato fondato il gruppo FdI di Marostica ovviamente con la Costa e Scettro significativi rappresentanti. È un altro giro di valzer. Ci aspettiamo a breve anche una gita a Predappio per una completa emancipazione mantenendo il legame, seppur debole, con il Duce.

Tra i catto-comunisti oggi aggregati nel PD sta emergendo sempre più Antonio Capuzzo che è diventato lo scrivano ufficiale di Marostica Partecipa, senza però dietro un serio corso di scrittura. Infatti è piuttosto confuso, anche se finalmente dice qualcosa di valido e serio sulla dittatura inconcludente della Lega a Marostica. Sarà probabilmente lui al posto di Santini il prossimo candidato Sindaco.

E poi c’è la Dalla Valle, ormai braccio destro (o sinistro?) della Sbrollini affiliata di Renzi. L’ego è tale che difficilmente scenderà però a compromessi e andrà a candidarsi nuovamente da sola. Anche se si alleasse con il Pd un posto in Giunta probabilmente lo troverebbe.

Da queste macerie politiche noi speriamo sempre che emerga un gruppo civico significativo rappresentante del volontariato e l’impegno democratico e civile della maggioranza dei cittadini di Marostica.

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LE “BALLE” DI MOZZO SUL POLITEAMA. MA SI RENDE CONTO DI ESSERE SEMPLICEMENTE RIDICOLO?

Era ora che il Politeama andasse finito: era nell’ordine delle cose. E la domanda presentata dal Comune al Ministero della Cultura era proprio indirizzata a questo. Non c’era da costruire alcun teatro nuovo, ma semplicemente da finire un’opera incompiuta a causa della “politica” locale e che non completata costituisce uno spreco enorme di denaro.
Se il Mozzo fosse una persona seria la prima cosa che doveva dire sono i costi finora sostenuti dalla “menata” del Politeama iniziata da uno dei più inefficienti Sindaci succedutesi a Marostica in questi ultimi e cioè Alcide Bertazzo. Dai nostri conteggi i cittadini hanno pagato oltre tre milioni, senza contare il fermo dell’investimento per 15 anni.

Tutta l’esaltazione del Mozzo è fuori luogo. Come rappresentante odierno della politica locale doveva innanzitutto chiedere scusa ai cittadini. E la Lega a Marostica c’è sempre stata.
Bisognava quindi solo stare attenti che fossero stanziati i fondi, cosa non difficile con tutta la pletora di deputati e senatori in zona. Che facessero il loro mestiere con lo stipendio che ricevono. Tra l’altro l’on. Germano Racchella non a caso era nella Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione con il suo bravo diploma di liceo artistico e quindi aveva facile accesso all’informazione dello stanziamento di nuovi fondi.
E l’amministrazione precedente è quella che, e ne va dato merito, ha attivato l’utilizzo dello scantinato per un primo approccio al teatro. Con il bravo Panici che si è dato da fare con quel che c’era. Quindi il Mozzo poteva presentare anche l’urgenza di dare una sede adeguata all’attività teatrale in essere. Non si trattativa di finanziare una bufala.

Ma comunque il Mozzo da quel che sappiamo ha un nuovo personaggio per la comunicazione che ha inventato lo slogan un po’ da pirla: “Meno ciacole e più fatti”. Come se le attività non dovessero essere sempre democraticamente discusse. Siamo alla frutta.

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