SIAMO COMPLETAMENTE IMPAZZITI: LA MONTAGNA DEVE ESSERE RISPETTATA!

Riportiamo l’articolo de ILDOLIMITI.IT

Nuova pista da sci di plastica e sostegno alla neve artificiale: sull’Altopiano dei Sette Comuni “si lavora per allungare l’inverno”

Una gestione dell’overtourism in chiave ludico-elitaria: milioni di soldi pubblici in impianti di innevamento artificiale, piste di plastica con cui rivestire i pendii per sciare tutto l’anno. Ecco il viatico altopianese per la promozione del territorio

Di Luca Trevisan | 18 ottobre | 14:31 Condividi

Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Tre episodi, solo apparentemente slegati tra loro, definiscono invero perfettamente le linee di pensiero che orientano le scelte di alcune amministrazioni dell’Altopiano dei Sette Comuni sul tema del turismo e della conseguente promozione del proprio territorio.

Uno. Dopo un investimento di 8 milioni di euro provenienti dai fondi Odi (fondi di confine) disposto dal Comune di Asiago, che ne aveva beneficiato, così da finanziare il rifacimento dell’impianto di risalita delle Melette di Gallio (“ski-area” che si sviluppa tra i 1400 e i 1700 metri circa, lungo pendii su cui promette “emozioni senza fine”), è di questi giorni la notizia di un nuovo finanziamento pubblico, questa volta per la produzione della neve artificiale.

Qualcuno dev’essersi accorto che ultimamente nevica poco. Certi amministratori, onestamente, ancora tendono a negare il cambiamento climatico, forse un po’ a confondere distrattamente clima e meteo. E, del resto, si parla del rialzo delle temperature, ma poi bastano un po’ di freddo prima del previsto o qualche nevicata precoce per far dire ad alcuni: “Gheto visto? Dov’è la crisi climatica?”. Tuttavia, come si diceva, anche qualcuno tra questi dev’essersi alla fine reso conto che sì, ultimamente non nevica poi così tanto come nei gloriosi decenni andati. E allora non resta che spararla, la neve. Perché laddove la natura non arriva, ci pensa l’uomo a definirne i percorsi.

Ecco allora che alle Melette si è deciso di lavorare per “un inverno più lungo e un futuro più verde”. Confesso che questa lettura antinomica desta fin da subito qualche perplessità, ma facciamocela andare: in fin dei conti non si nega a nessuno l’uso – quantunque un po’ indiscriminato – di aggettivi quali green o slow, che, messi lì a caso nelle frasi, opportunamente decontestualizzati, hanno però la loro efficacia nel tentativo di disorientare chi legge senza troppo pensare. Alle Melette, dicevamo, si lavora per allungare l’inverno. C’è da rimanere sbalorditi: oggi che l’inverno tende a restringersi, che le temperature si fanno sempre un po’ più miti, qui si lavora per ottenere l’opposto. Non è difficile. Sì, certo, i giorni-neve (cioè quelli che consentono di produrre la neve artificiale) sono oggi sempre meno, ma alle Melette si è deciso di destinare qualche ulteriore milione di euro di soldi pubblici e privati per produrre neve artificiale comunque, dato che ormai quella naturale viene col contagocce. E per di più quando decide lei, mica quando serve davvero all’industria dello sci.

Piste bianchissime e perfettamente sciabili anche senza nevicate. Alle Melette si guarda al futuro con l’impianto per l’innevamento programmato, un’opera da 4,2 milioni di euro attesa da anni e possibile grazie a un finanziamento del Ministero del Turismo da 2,9 milioni di euro e da 1,4 milioni di euro che arriveranno invece da un aumento del capitale sociale della Ski Area Asiago 7 Comuni”, scrive Gerardo Rigoni sul Giornale di Vicenza del 15 ottobre 2024. “La realizzazione dell’impianto di innevamento artificiale prevede l’utilizzo di una sorgente presente nella valle del Pakstall, non più utilizzata da Etra per l’approvvigionamento idrico”, prosegue l’articolo, dalla quale l’acqua verrà prelevata e sospinta attraverso una conduttura per nutrire il bacino delle Melette. Quindi le previsioni saranno di pompare quanta più acqua possibile a ridosso dei giorni-neve favorevoli, con buona pace per lo spreco idrico ed energetico. Da un lato si lamentano i problemi ingenerati dalla crisi climatica (leggi: la scarsità di neve naturale) e dall’altro si mettono in atto, però, comportamenti che favoriscono proprio la crisi stessa. Misteri del genere umano, incapace di alcuna forma di lungimiranza. “L’opera è strategica non solo per il futuro di Gallio ma per l’intero Altopiano”, s’affretta a dire Marinella Sambugaro, neoeletta sindaco di Gallio, mentre Bruno Oro si spinge oltre, auspicando addirittura “ulteriori futuri rafforzamenti di questi impianti”.

Due. Al Kaberlaba invece, nel territorio comunale di Asiago, fiore all’occhiello dello sci domestico dove 4 milioni di euro pubblici hanno recentemente permesso di installare su suolo privato un modernissimo ed efficientissimo impianto di risalita quadriposto che conduce lo sciatore da quota 1000 metri a poco più di 1200 metri, al problema della neve che non c’è se non per pochi giorni all’anno (e maledizione, questi giorni mica si allineano alle esigenze del cliente!) ci hanno già pensato eccome: e non solo con un impianto di innevamento artificiale, ma addirittura con l’idea di installare degli impianti di raffreddamento dell’aria, per poterla sparare, la neve, non solo quelle due o tre volte all’anno in cui le temperature sono favorevoli all’operazione, ma anche quando fa più caldo (ne parlava per L’AltraMontagna in un suo articolo Luca Pianesi lo scorso 4 agosto). Si agisce intervenendo sul clima, come se tutto questo fosse a costo energetico (la si pensi in termini di riscaldamento globale) pari a zero. E’ la logica dello struzzo che finge di non vedere e di non sapere? E’ la logica del profitto immediato, ora e subito? E’ meglio un guadagno facile oggi, piuttosto che lasciare un patrimonio territoriale integro alle generazioni di domani?

Ma al Kaberlaba sono comunque più avanti, rispetto alle Melette. E, infatti, qui si è deciso di potenziare tutta l’area, ora rinominatasi Kaberland (nomina sunt consequentia rerum, diceva qualcuno), di trasformarla in un perpetuo parco giochi attivo d’inverno, con lo sci, e d’estate, con il fun-bob – una sorta di Bruco Mela che, attraverso una rotaia d’acciaio, permette al turista di scendere dalla montagna -, con una pista di downhill per le mountain bike, e ora – notizia recente, apparsa sul Giornale di Vicenza del 17 ottobre sempre a firma di Gerardo Rigoni – con una nuova attrazione di cui si sentiva davvero la mancanza: la possibilità di sciare tutto l’anno sui pendii del Kaberlaba opportunamente rivestiti, ça va sans dire, da una nuova pista di plastica. “Un’innovazione”, come la definiscono, una perfetta “alternativa alla neve”. Una delle idee più geniali degli ultimi tempi, non c’è che dire: la “svolta green more altopianese di sciare sul verde della plastica posata a sua volta sul verde dei prati estivi.

Tre. Il terzo movimento di una sorta di processo triadico di interventi rivolti alla promozione del territorio altopianese viene da alcune riflessioni emerse in merito al lamentato overtourism verificatosi ad Asiago durante la scorsa estate. La ricetta per contrastare il sovraffollamento, così come illustrata dal sindaco Roberto Rigoni Stern, è di raddoppiare le casette dei mercatini di Natale. La tradizione dei mercati di Natale risale al XV secolo, quando fece la sua comparsa in varie città tedesche, dove diversi artigiani e piccoli commercianti iniziarono ad esporre oggetti di produzione propria ad un pubblico per lo più facoltoso di nobili o borghesi agiati. La tradizione nei secoli si diffuse rimanendo tipica dei luoghi di lingua e cultura germaniche, tant’è vero che in Italia essa era originariamente attestata nell’area di Bolzano, Merano e dell’Alto Adige in genere. Poi magicamente – dev’essere stata proprio la magia del Natale a ispirarne la diffusione – questa tradizione si è espansa e non esiste oggi città del nord Italia che non abbia i suoi mercatini di Natale. Casette prefabbricate tutte uguali dove commercianti vendono prodotti seriali identici tra loro, tanto che da Torino a Verona, da Belluno a Padova, è possibile acquistare grossomodo le stesse cose. Sempre in nome della valorizzazione delle specificità locali e di quello che i luoghi sono realmente. E, infatti, anche Asiago vuole fare la sua parte, arrivando a competere coi mercatini più famosi del Trentino Alto Adige, scrive Stefania Longhini, riportando le parole del sindaco, su L’Altopiano di sabato 12 ottobre scorso. Per far questo serve spazio, e si pensa allora anche ad un secondo parcheggio interrato, che potrà servire per le settimane di agosto e per quelle a cavallo tra dicembre e gennaio: all’incirca dalle 6 alle 8 settimane l’anno.

Ma è sull’innalzamento della qualità dell’offerta turistica che si punta (giusta la citazione sin dal titolo dell’articolo) quale “antidoto all’overtourism“. “La nostra volontà è di staccare sempre più il nome di Asiago da un’idea di turismo di massa e fare in modo che il nostro territorio venga considerato una meta turistica d’élite“, dichiara nell’articolo il sindaco. “I soldi ricavati verranno reinvestiti in azioni volte a migliorare l’offerta turistica, creando così un volano per tutti“.

Conclusioni. E’ forse proprio questa la logica di promozione che suscita in molti diverse perplessità: l’idea, cioè, di un turismo che deve diventare di una ristretta élite economicamente agiata, di un turismo esclusivo, che escludeappunto, anziché farsi inclusivo e anziché favorire l’accesso consapevole e la conoscenza delle tradizioni storiche e delle risorse collettive del territorio. Se poi “i soldi ricavati verranno reinvestiti in azioni volte a migliorare l’offerta turistica” del calibro di quelle che si sono più sopra descritte (impianti di risalita a basse quote, impianti di innevamento artificiale, sistemi di raffreddamento, piste da discesa in plastica, casette natalizie di produzione seriale, montagne trasformate in parchi giochi ecc.), anche qui si apre un capitolo molto discutibile. Perché “quel volano per tutti” va inevitabilmente ricalibrato in un volano a beneficio di una ben determinata categoria sociale che da questo genere di turismo ha una ricaduta diretta sul piano economico.

Infatti – come ben spiega Sarah Gainsforth nel suo bel libro Oltre il turismo. Esiste un turismo sostenibile? (Eris edizioni, Torino 2023) – “l’overtourism è una conseguenza, oltre che degli interessi privati in gioco, di una strategia di crescita delle città da parte di quelle pubbliche amministrazioni che da una parte promuovono la crescita del turismo e dall’altra ne lamentano gli effetti”: una contraddizione che è, di fatto, il frutto di un modello di crescita insostenibile. “Inquinamento e consumo di suolo con opere inutili e infrastrutture per il turismo, espulsione di abitanti e attività commerciali, spopolamento […], sviluppo selettivo e aumento delle disuguaglianze. Questi sono alcuni degli effetti del troppo turismo sull’ambiente e sui centri urbani”, prosegue Gainsforth, “eppure si continua a sostenere che il turismo è una risorsa, il turismo porta lavoro, il turismo genera ricchezza”.

Il fatto è che “il turismo non è un settore a sé stante ma la somma di attività attinenti a diversi settori e comparti economici: servizi, trasporti, ristorazione, cultura, alloggio e via dicendo”: settori su cui la ricaduta economica influisce pertanto in modo assai diversificato, con buona pace di chi crede che il turismo sia un “volano per tutti”. Perché, come evidenziano le ricerche, gli introiti di un gestore di un impianto o di un albergatore o di un ristoratore non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli, ad esempio, di quasi il 40% dei lavoratori (precari) nel mondo della cultura collegato al turismo, che “guadagna meno di 5 mila euro l’anno”. Ma non è tutto qui: perché se il turismo reca vantaggi a una ben determinata categoria sociale, non è affatto un “volano per tutti”, soprattutto quando ragioniamo in termini di accesso ai servizi che un residente (di montagna, ma non solo) ha a sua disposizione: il valore drogato degli immobili nelle località turistiche, infatti, fa schizzare i prezzi e gli affitti alle stelle, con ricchi benefici per chi è proprietario di un piccolo appartamento – che a quel punto preferisce affittare settimanalmente o anche solo per qualche giorno ai turisti, a ben altro prezzo di mercato – e gravi disagi per chi invece cerca casa nel territorio di residenza.

La verità è che “la risorsa non è il turismo: la risorsa sono le città, i territori, i beni culturali, i monumenti, i musei, i siti archeologici e naturali”, come ancora scrive Gainsforth. La risorsa è la montagna, per focalizzare il discorso all’ambiente di nostro più specifico interesse. “Con la logica del turismo petrolio d’Italia questo patrimonio viene sfruttato, più che fruito, come un giacimento per ricavarne profitti per pochi”, al punto tale che l’economia del turismo si trasfigura in una sorta di economia estrattiva che estrae valore dalla risorsa.

La consapevolezza in merito a questi ragionamenti è un terreno ancora fragile e chiarisce come occuparsi di turismo sia un impegno che richiederebbe specifiche competenze: ed improvvisarsi su queste tematiche, senza adeguata competenza, può davvero risultare a volte rischioso.

Promuovere il rispetto dell’ambiente, del paesaggio inteso quale valore storico, antropico e culturale, della montagna quale luogo della coscienza collettiva da tramandare alle future generazioni in un’ottica di sostenibilità economica pare stia diventando sempre più un gesto in controtendenza. Ma occorre avere il coraggio, soprattutto oggi, di fronte ai tempi che stiamo vivendo, di evadere da certi schemi di sfruttamento economico delle risorse. Occorre avere il coraggio di credere con assoluto disincanto in una montagna libera di non essere sfruttata, prosciugata, cementificata, “disneylandizzata”, trasformata in una perpetua replica di un dejà vu fatto di orpelli sempre identici di posto in posto, che tolgono specificità ai luoghi.

E’ come un vento, questo pensiero, che soffia lieve ma “soffia ancora”: “eppure sfiora le campagne e accarezza sui fianchi le montagne”.

a cura di Osservatorio Economico Sociale di Marostica

ARRIVANO I SOLDI PER I PROGETTI DELLE SCUOLE: 18.000 EURO

….la deliberazione di Giunta comunale n. 68 del 11/04/2024 avente per oggetto “Atto di indirizzo sulle tematiche dei progetti didattici innovativi degli Istituti Comprensivi Statali di Marostica e Lusiana per l’annualità 2024” con la quale, al fine di qualificare e caratterizzare ulteriormente l’offerta formativa dei plessi scolastici, sono state approvate le progettualità proposte dai due Istituti Comprensivi Statali a cui fanno capo le scuole di Marostica; DATO ATTO che l’Amministrazione comunale ha evidenziato la necessità di implementare nuove progettualità finalizzate ad individuare azioni efficaci per il contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, alle dipendenze giovanili e alla violenza di genere, nonché per promuovere l’utilizzo consapevole dei dispositivi digitali;

CONSIDERATO che si rende altresì necessario incentivare la proposta formativa agli alunni della Scuola Primaria “O. Gugelmo” di San Luca e che a tal fine sono stati individuati, in accordo con il Comitato Genitori, i progetti di madrelingua inglese e di educazione teatrale oltre al progetto “Scacchi” già individuato precedentemente;

DATO ATTO che i progetti didattici innovativi per il nuovo anno scolastico 2024/2025 sono così definiti:

I.C.S. Dalle Laste Marostica  SCUOLA INFANZIA: Progetto “Prevenzione disturbi del linguaggio”;  SCUOLA PRIMARIA: Progetti “Scacchi”, “Accoglienza per le classi prime”, “Alfabetizzazione e potenziamento”, “Madrelingua inglese” (San Luca), Educazione teatrale (San Luca);  SCUOLA SECONDARIA: Progetti “Educazione alimentare” e “Sportello compiti”;  PER TUTTE LESCUOLE: Progetto “Sportello ascolto”; I.C.S. M. Pozza di Lusiana per i plessi di Crosara  SCUOLA INFANZIA: Progetti “Orto didattico”, “Percorso espressivo argilla”, “Progetto lettura”;  SCUOLA SECONDARIA: “Orto didattico”, “Progetto relativo alla inclusione”, “Progetto lettura”; RITENUTO di approvare le progettualità suddette;

DATO ATTO che le risorse disponibili per l’anno 2024 sono le seguenti:– euro 17.000,00 al cap. 1336 per l’Istituto Comprensivo Statale di Marostica; euro 1.000,00 al cap. 1429 per l’Istituto Comprensivo Statale di Lusiana; ACQUISITI, sulla proposta di deliberazione, i pareri favorevoli, rispettivamente espressi per quanto di competenza dal Responsabile dell’Area 4^ Servizi Sociali, Istruzione e Asilo Nido (regolarità tecnica) e dall’Area 2^ Servizi Finanziari e Risorse Umane (regolarità contabile) ai sensi dell’art. 49, comma 1, del D.Lgs. n. 267/2000; Con votazione unanime favorevole espressa in forma palese;

DELIBERA 1. di prendere atto di quanto esposto in premessa che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; Documento amministrativo informatico sottoscritto con firma digitale, ai sensi degli artt. 20 e 23-ter del D.Lgs. n. 82/2005 in conformità alle regole tecniche di cui all’art. 71 del CAD 2. di confermare la collaborazione del Comune e degli uffici preposti con gli Istituti Comprensivi Statali di Marostica e di Lusiana nella realizzazione dei progetti didattici innovativi relativi all’annualità 2024, con le modalità descritte in premessa; 3. di assegnare, per le motivazioni e nei limiti indicati in premessa, per l’annualità 2024 i seguenti contributi finanziari per la realizzazione dei progetti didattici innovativi descritti in premessa:– euro 17.000,00 per l’Istituto Comprensivo Statale di Marostica (cap. 1336); euro 1.000,00 per l’Istituto Comprensivo Statale di Lusiana (cap. 1429); 4. di demandare al Responsabile dell’Area 4^ Servizi Sociali, Istruzione e Asilo Nido l’adozione dei successivi provvedimenti necessari per provvedere agli impegni di spesa e alle liquidazioni conseguenti, previa la corretta rendicontazione sull’utilizzo dei contributi da parte degli Istituti Comprensivi di cui al punto precedenti….

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LA CINA CHE EMERGE DA CHELOTTI E VIRGILI, DUE VIAGGIATORI ATTENTI DI AVVENTURE NEL MONDO, NELLA CONFERENZA ALLA BIBLIOTECA DI MAROSTICA

Interessante presentazione della situazione cinese da parte di Luisa Chelotti , che ha visitato la Cina numerose volte, vi ha insegnato l’Italiano ed era presente ai fatti di Tienanmen. La descrizione fatta ha presentato degli aspetti piuttosto drammatici sul controllo effettuato dalle autorità cinesi sulla popolazione. È stato fatto anche l’esempio della persecuzione subita dagli Uiguri, etnia di religione mussulmana abitante Xinjiang.

Certamente non c’è la libertà personale come noi la intendiamo ed è sacrificata ad un esteso benessere economico supportato dalle più moderne tecnologie. Virgili, rifacendo un percorso storico, ha classificato l’attuale regime con quello dei tempi antichi dei mandarini, efficienti esecutori delle volontà dell’imperatore.

Insomma la Cina attuale risulta governata come una molto efficiente impresa con capaci tecnici e tecnocrati, selezionati in base alle loro capacità, che facendo uscire la Cina da un comunismo di povertà, hanno costruito un modello di capitalismo comunista, con ottimi risultati economici e che è stato poi seguito dal Vietnam con analoghi eccellenti risultati.

È con questo nuovo modello, finora risultato vincente, che l’antico Occidente si deve confrontare.

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E MARCO ALBANO SEGRETARIO DEL COMUNE DI MAROSTICA SI TIENE ANCORA L’AREA SERVIZI FINANZIARI E RISORSE UMANE, DOPO SILVIA FABRIS

Silvia Fabris, responsabile dell’area 2, se ne è andata dal Comune all’inizio dell’anno e dal 16 aprile il Segretario comunale ne ha rilevato la responsabilità. Ora tale incarico gli è stato rinnovato fino al 31 dicembre, in quanto non è stato individuato il dipendente cui assegnare in via definitiva l’incarico.

Ricordiamo l’arrivo della Fabris presentata in pompa magna dall’assessore al bilancio Colosso. Con gli impegni finanziari assunti dal Comune e con le problematiche gestionali in essere il ruolo di responsabile finanziario e risorse umane è di primaria importanza.

E dove è finita la Fabris? Da una nostra ricerca è dirigente a tempo indeterminato a Genova nel settore Servizio Bilancio e Contabilità. Probabilmente una grossa opportunità per una persona ambiziosa come lei.

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SONO UN VALORE DI 145.000 EURO LA DONAZIONE DI SCACCHIERE PER IL FANTOMATICO MUSEO, OCCUPANDO L’UNICA SALA DISPONIBILEDEL CASTELLO DI MAROSTICA

Noi continuiamo ad esprimere molto scetticismo sul museo messo in piedi con la donazione di Giovanni Longo, perché occupa l’unico spazio disponibile nel Castello per varie mostre, che hanno sempre costituito una importante e varia offerta culturale anche come presentazione della vivacità di Marostica.

E Marostica è famosa per la Partita a Scacchi non per essere la città delle scacchiere, che tra l’altro interessano un veramente numero ristretto di appassionati. Non vorremmo che questo tipo di rigidità culturale faccia dimenticare invece la realtà della Partita a Scacchi che è una invenzione straordinaria dell’artista Vucetich per portare la Venezia del ‘400 in una città murata di campagna. E alla Pro Marostica si comincia sempre più a capire che è lo spettacolo quello che conta, non le scacchiere. Ma si sa il paraocchi culturale dell’attuale amministrazione è evidente, ma anche l’opposizione Santini & C. non lo è di meno. Nessun esperto culturale è stato sentito al riguardo. Noi siamo certi che uno Sgarbi di turno avrebbe suggerito di mettersi le scacchiere in quel posto.

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ED IL MOZZO SINDACO DI MAROSTICA VA ANCORA IN TRIBUNALE, FORSE PERCHE’ VUOL METTERCI IN GALERA?

Incredibile, perché di solito nelle cause il “cattivo” di turno è il Pubblico ministero che generalmente condanna con una multa se appare qualcosa di non troppo conforme alla legge. Particolarmente se si tratta del reato di diffamazione come previsto dall’art. 595 del Codice Penale. Già altre volte il Tribunale ha affermato il nostro diritto di libertà di espressione in base art 21 della Costituzione Italiana sempre su denuncia del Mozzo.

Noi non abbiamo mai diffamato il Mozzo, ma contestato in modo chiaro il suo operare, anche usando un linguaggio duro che ci deriva dalla nostra esperienza di esperto aziendale e docente di Comunicazione all’Università.

Così ci tocca pagare di nuovo l’avvocato, mentre il Mozzo se lo fa pagare da tutti noi, perché il Sindaco si è opposto anche questa volta alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero. Ci vediamo quindi in Tribunale il 7 novembre. Che vergogna!

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UN INCREDIBILE VIAGGIO NELLA CULTURA CINESE

Venerdì 18 ottobre alle ore 18 presso la Biblioteca Comunale di Marostica, organizzato dall’Angolo dell’Avventura di Vicenza, e in primis da Alessandro Morello referente di Marostica per l’Angolo, in collaborazione con la Biblioteca stessa e nell’ambito della rassegna dedicata a Marco Polo una “Conferenza sulla cultura cinese”, relatori Luisa Chelotti – che per anni ha insegnato in Cina e spesso attuato viaggi in quello straordinario paese, – e Roberto Virgili, coordinatore di viaggi di Avventure nel Mondo e che recentemente si è recato in Cina, realizzando un itinerario lungo l’antica Via della seta (da Pechino a Xian, Lanzhou, Tunhuang, Turfan, Kuqa, Kashgar). Un itinerario già percorso molti anni orsono 2 volte, ricordando in particolare un “Oasi del Taklamakan” del 1994. Una prima lungo la via sud del Taklamakan (chiusa agli occidentali dai tempi di Sven Hedin, Le Coq, Aurel Stei e altri “archeologi predatori”…così definiti, non senza ragione, dai cinesi). Il percorso fu sviluppato per oltre 30 giorni attorno a tutto il perimetro delle oasi del Taklamakan, nord e sud. Alcune immagini verranno presentate a corredo delle narrazioni. Vi aspettiamo.

IL “BUCCO” DEL MARKETING ALLA PARTITA A SCACCHI DI MAROSTICA. UNA IMPORTANTE QUESTIONE

Per la prima volta la Partita a Scacchi non è stata rinviata per brutto tempo, ma in pratica sono state annullate le due rappresentazioni alla domenica. Quali sono state le ragioni? Costi elevati? Non disponibilità di partecipanti o attrezzature? Non si sa sa. Il Bucco, Presidente della Pro Marostica, ha annullato e rimborsato parzialmente i biglietti. E chi si è visto si è visto. Le perplessità tra i marosticensi sono state parecchie per una simile decisione.

Ma una importante considerazione va fatta, leggendo le prenotazioni. I biglietti del venerdì e sabato vengono tutti venduti senza problemi. Alla domenica con più difficoltà. Ovvio perché il giorno dopo è lavorativo ed il weekend è finito. E anche la replica del pomeriggio manca del fascino dello spettacolo serale.

A questo punto una seria considerazione va fatta. Perché la Partita non si svolge in due settimane di seguito solo il venerdì ed il sabato sera? Questa variabile di marketing è stata mai presa in considerazione?

Ma sappiamo che le variabili di marketing non sono il piatto forte dell’attuale Presidente della Pro Marostica. E quindi meglio annullare per cattivo tempo e prendersi i soldi dell’ assicurazione.

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MOZZO APPARE TRASFORMATO: INFORMATO, PROPONENTE ED AGGRESSIVO. MA NON FA I CONTI CON LA REALTA’

Ed ad un certo punto a fine riunione della Consulta delle Associazioni della Biblioteca (oggi una trentina) appare lui, il Sindaco. È chiaro che non possiamo non chiedergli informazioni sul Politeama oltre che congratularci per aver favorito l’arrivo in Valle San Floriano del CPIA la scuola statale per la formazione degli adulti. Sarà una iniziativa che darà nuova vita alla frazione e di sicuro successo. Altro che scuola Montessori per bambini che non ci sono.

Per il Politeama, la “scatola” abbandonata dalle precedenti amministrazioni, descrive una situazione di un intervento drammatico costato 2 milioni di euro ed ora quasi terminato. Conferma che la sala non può ospitare anche un cinema, adducendo che il cinema è in crisi e che guardando il successo di Breganze non si vuole portare via clienti. È evidentemente una scusa: negli anni passati è stato fatto un clamoroso errore di progettazione.

Per il futuro ha una visione alquanto utopistica: fare del Politeama un centro sperimentale per il teatro con il supporto della Regione. Di concreto, come sospettavamo, oggi non c’è nulla. E ‘ rischioso, come la vicenda del ristorante del Castello superiore insegna, fossilizzarsi su una unica strada. Sarebbe importante avere più alternative in modo da rendere un minimo economico l’investimento che ad oggi si prospetta un costo notevole dal punto di vista gestionale. In pratica è un salto al buio. Certo il Mozzo dice che non avendo esperienza al riguardo si sono guardati in giro. Ma di programmi certi e costi non ha detto niente.

Altro problema sollevato dai partecipanti è la disponibilità di una sede per le associazioni. E qui il Mozzo ha escluso qualsiasi possibilità per il futuro, anche perché portare gli uffici del Comune a Palazzo Baggio, che avrebbe liberato l’attuale sede del Comune, non è praticabile in quanto gli Artigiani hanno rinnovato il contratto di affitto.

Certo che si è difeso anche sparando sulla poca avvedutezza delle precedenti amministrazioni che hanno anche venduto l’attuale edificio delle poste e la sede dei commercianti, una volta di proprietà comunale. Cosa che abbiamo appreso per la prima volta. Ma sul fantomatico Museo delle Scacchiere non ha detto nulla.

Noi siamo sempre dell’idea che con questo tipo di gestione del Comune è difficile far quadrare i conti.

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IL POLITEAMA E’ PRONTO. MA NON C’E’ALCUNA INAUGURAZIONE E NESSUN PROGRAMMA PER IL PROSSIMO ANNO

Di soldi nel Politeama ne sono stati buttati una marea, partendo dall’era Bertazzo che sembra l’antichita’. Quindi parliamo di oltre 20 anni fa. Gli ultimi sono circa 1,5 milioni di euro per finirlo. Ora c’è da fare un programma che ovviamente sarà limitato alle sole rappresentazioni teatrali. Perché la progettazione non ha previsto anche l’uso a cinema. Un grave errore che avrà non poche ripercussioni economiche rendendo difficile una reale redditività del Teatro. Questa è sostanzialmente il frutto dell’incapacità della politica a programmare seriamente.

Siamo ora in attesa oltre che dell’inaugurazione del gestore (Teatris o Piccionaia?) e della presentazione del programma. Ma dal Sindaco nessuna parola definitiva con il timore che il Politeama resti una scatola vuota.

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