I RUDERI DELLA EX FERMATA PROVVISORIA SONO TESTIMONIANZA DELLA IMPROVVISAZIONE DI MOZZO & C.

Siamo sinceramente spaventati di come saranno gestiti i soldi in arrivo per gli investimenti in essere a Marostica. Certo da anni tutto era paralizzato anche per i soldi buttati al vento dalle precedenti amministrazioni. Basta pensare alla piscina o al costo della truffa per l’appalto del gas.
Oggi la situazione non è di avere i soldi, ma come saranno spesi. L’esempio della squallida nuova fermata dei bus è esemplificativo del fare per fare. Per motivi propagandistici della Lega senza progettualità. Tant’è che neanche si pensa di eliminare quello che resta della fermata provvisoria. E chi se ne frega. Peccato della bella Stazione con cesso, bar e ufficio di informazione turistica abbandonata dopo aver investito un sacco di soldi.
Del ristorante al Castello superiore ancora non abbiamo visto comunicazione sul nuovo gestore. Niente si è discusso inoltre con la cittadinanza del restauro effettuato. Sembra alquanto discutibile.
Per il restauro di Porta Breganze i lavori sono ancora fermi. Speriamo che partino quanto prima i lavori interni del Politeama dopo decenni di attesa.
Invece, anche qui senza discussione con la cittadinanza, sembra tutto deciso per accontentare il collezionista di scacchiere per il suo museo all’interno del Castello. Pur appartenendo al Partito della Partita a Scacchi, il Mozzo ancora non ha capito che cosa significa lo spettacolo della Partita e pensa che sia l’esaltazione delle pedine, non che costituisca invece uno spettacolare esempio di ricordo della Storia di Venezia. Quante persone sono interessate a vedere le scacchiere del Burundi?
Non paliamo poi della eliminazione della rotonda di Borgo Panica, con finanziamento dirottato secondo i desideri di Scomazzon non certo dei locali abitanti.

Godiamoci comunque quel che resta del meraviglioso tramonto dietro i ruderi a ricordo del Mozzo. Il cielo non è per momento toccato dalla speculazione edilizia di questi ultimi decenni a Marostica.

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ARRIVANO I NEO-FASCISTI A MAROSTICA? COSTA E SCETTRO SI RIVELANO: SONO FRATELLI D’ITALIA

Ormai si stanno definendo i gruppi politici ed i personaggi per le prossime elezioni amministrative. E ricompaiono i neo fascisti. Sì perché si può dire quello che si vuole ma Fratelli d’Italia deriva dal Movimento Sociale, che a sua volta deriva dal Partito Fascista. Quello della Repubblica di Salo’, per intenderci. Che poi nel 1946 ai nostalgici si sia permesso di aggregarsi nel Movimento Sociale in palese contraddizione con i principi della Carta Costituzionale in divenire con base la Resistenza contro il nazi-fascismo, è la tipica situazione di compromesso all’italiana. Questo ha permesso oggi ai neo-fascisti di andare al governo dopo vari percorsi di purificazione e ovviamente di giurare fedeltà alla Costituzione.
Dato per scontato per la Lega come candidato Sindaco il Mozzo di cui si è parlato anche troppo, in questi giorni è stato fondato il gruppo FdI di Marostica ovviamente con la Costa e Scettro significativi rappresentanti. È un altro giro di valzer. Ci aspettiamo a breve anche una gita a Predappio per una completa emancipazione mantenendo il legame, seppur debole, con il Duce.

Tra i catto-comunisti oggi aggregati nel PD sta emergendo sempre più Antonio Capuzzo che è diventato lo scrivano ufficiale di Marostica Partecipa, senza però dietro un serio corso di scrittura. Infatti è piuttosto confuso, anche se finalmente dice qualcosa di valido e serio sulla dittatura inconcludente della Lega a Marostica. Sarà probabilmente lui al posto di Santini il prossimo candidato Sindaco.

E poi c’è la Dalla Valle, ormai braccio destro (o sinistro?) della Sbrollini affiliata di Renzi. L’ego è tale che difficilmente scenderà però a compromessi e andrà a candidarsi nuovamente da sola. Anche se si alleasse con il Pd un posto in Giunta probabilmente lo troverebbe.

Da queste macerie politiche noi speriamo sempre che emerga un gruppo civico significativo rappresentante del volontariato e l’impegno democratico e civile della maggioranza dei cittadini di Marostica.

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LE “BALLE” DI MOZZO SUL POLITEAMA. MA SI RENDE CONTO DI ESSERE SEMPLICEMENTE RIDICOLO?

Era ora che il Politeama andasse finito: era nell’ordine delle cose. E la domanda presentata dal Comune al Ministero della Cultura era proprio indirizzata a questo. Non c’era da costruire alcun teatro nuovo, ma semplicemente da finire un’opera incompiuta a causa della “politica” locale e che non completata costituisce uno spreco enorme di denaro.
Se il Mozzo fosse una persona seria la prima cosa che doveva dire sono i costi finora sostenuti dalla “menata” del Politeama iniziata da uno dei più inefficienti Sindaci succedutesi a Marostica in questi ultimi e cioè Alcide Bertazzo. Dai nostri conteggi i cittadini hanno pagato oltre tre milioni, senza contare il fermo dell’investimento per 15 anni.

Tutta l’esaltazione del Mozzo è fuori luogo. Come rappresentante odierno della politica locale doveva innanzitutto chiedere scusa ai cittadini. E la Lega a Marostica c’è sempre stata.
Bisognava quindi solo stare attenti che fossero stanziati i fondi, cosa non difficile con tutta la pletora di deputati e senatori in zona. Che facessero il loro mestiere con lo stipendio che ricevono. Tra l’altro l’on. Germano Racchella non a caso era nella Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione con il suo bravo diploma di liceo artistico e quindi aveva facile accesso all’informazione dello stanziamento di nuovi fondi.
E l’amministrazione precedente è quella che, e ne va dato merito, ha attivato l’utilizzo dello scantinato per un primo approccio al teatro. Con il bravo Panici che si è dato da fare con quel che c’era. Quindi il Mozzo poteva presentare anche l’urgenza di dare una sede adeguata all’attività teatrale in essere. Non si trattativa di finanziare una bufala.

Ma comunque il Mozzo da quel che sappiamo ha un nuovo personaggio per la comunicazione che ha inventato lo slogan un po’ da pirla: “Meno ciacole e più fatti”. Come se le attività non dovessero essere sempre democraticamente discusse. Siamo alla frutta.

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LA PRO MAROSTICA NON È DI BUCCO MA DEI SOCI CITTADINI. CON 10 EURO SI È SOCI E SI PARTECIPA

La partecipazione dei cittadini di Marostica alla Pro Loco è importante non solo per la gestione ottimale della Partita a Scacchi utilizzando appieno gli apporti dei cittadini, ma anche per organizzare una serie di eventi locali. E l’attività della Pro Loco è molteplice.
Il punto fondamentale comunque è che non è proprietà del Bucco di turno ma dei Soci. La Pro Loco è una associazione per promuovere le attività locali i cui associati debbono avere la possibilità di discutere, decidere ed essere informati. Ora per gli associati non c’è alcuna informazione e figurarsi se ne viene promossa la partecipazione. Per il costo di adesione di 10 euro tutti i cittadini dovrebbero essere Soci e partecipare ad incontri informativi, discutere e decidere. Ovviamente questo non interessa a chi della Pro Loco ne fa un feudo personale. E a dir la verità ci siamo anche stancati che un gruppo di “amiconi” di Bucco, con in testa un certo Rossi, cerchi di zittirci con lo slogan “noi facciamo e tu stai zitto”. Esemplificativo del modo di ragionare è la foto del Bucco che con Mozzo pulisce la Piazza. Sembra che questa sia il motivo per comandare. Appunto perché loro “fanno”. Ma non è così.
Pensiamo al lavoro fatto da Andrea Speziali con il suo eccezionale libro sull’autore della Partita a Scacchi Mirko Vucetich. Certamente non ha mai collaborato a pulire la Piazza. Ma non di meno la sua ricerca su Vucetich e la Partita costituisce un lavoro fondamentale per capire la Partita dal punto di vista storico. “Senza dubbio questa manifestazione contribuì, in maniera decisiva, allo sdoganamento della tradizione della Repubblica di Venezia, portandola all’esterno degli ambienti accademici ed elitari”. “La Partita a Scacchi di Vucetich, pur prendendo le mosse da quella organizzata da Francesco Pozza nel 1923, avrebbe rappresentato la comunità marosticense e per il panorama folkloristico Veneto qualcosa di molto più ricco e complesso”. Nella performance della partita vengono uniti abiti dalla foggia altomedievale con figure della commedia dell’arte, il tutto amalgamato da una lingua veneta che il regista , probabilmente traendo spunto dalle opere di Marin Sanudo e dal dialetto parlato, rielaborò appositamente.
Ma chi era Marin Sanudo? Uno storico veneziano nato nel 1466 è morto nel 1532 che ha pubblicato parecchi libri sulla vita politico-sociale di Venezia di quegli anni. Ne parleremo in un apposito articolo.

Ecco perché il museo delle scacchiere fa ridere. Il gioco degli scacchi è un pretesto per parlare di Venezia e del Veneto, poteva essere il gioco del tiro all’arco. E la coppia Mozzo-Bucco non lo ha ancora capito. Vivono in un altro mondo senza vera cultura.

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ITALSUD 79 S.R.L. DI QUARTO (NAPOLI) VINCE I LAVORI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI MAROSTICA PER 977.545,03 EURO

ITALSUD 79 S.R.L. DI QUARTO (NAPOLI) VINCE I LAVORI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI MAROSTICA PER 977.545,03 EURO

Nel 2021 ha fatturato 543.403 euro con 13 dipendenti. Nel 2020 il fatturato è stato di 55.707 euro e nel 2019 72.525. La ITALSUD 79 è stata appunto fondata nel 1979. Il capitale sociale è di 10.400 euro.

Ecco quindi l’impresa che si è aggiudicata i lavori di miglioramento sismico della Scuola primaria di Marostica “Arpalice Cuman Pertile” per quasi un milione di euro.

Come noto i lavori hanno tempi di realizzazione molto stretti essendo gli alunni provvisoriamente ospitati presso il locale patronato di fronte al Campo Marzio.

È credibile ed efficiente aver aggiudicato questi lavori ad una piccola azienda della provincia di Napoli?

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SIAMO ALLA COMPLETA FOLLIA: DICHIARAZIONI CHE NON HANNO ALCUN SENSO DI MOZZO SULLE SCACCHIERE

Abbiamo compiuto un passo fondamentale nell’offerta culturale e turistica della nostra cittadina – ha detto il sindaco di Marostica, Matteo Mozzo -. Il Museo degli Scacchi è un’intuizione tanto naturale per Marostica quanto straordinaria alla quale nessuno aveva mai lavorato. Con questa donazione abbiamo raggiunto un obiettivo enorme: radicare la nostra identità attraverso una collezione unica che ci proietta nel mondo”.

E la dichiarazione ha dell’incredibile se pensiamo che è fatta da uno che si professa leghista. Delle scacchiere del Burundi non gliene frega niente a nessuno. I Marosticensi se le mettono in quel posto. Non costituisce vera offerta culturale e turistica che nessuno a ragione aveva mai pensato. Solo degli sprovveduti si fanno infinocchiare da un bravo collezionista di scacchiere. La Partita a Scacchi, ma poteva essere la Partita del Tiro dell’Arco, è straordinaria perché costituisce una meravigliosa ed incredibile messa in scena della Venezia del 1400. La Partita è un pretesto. E’ questa la grande intuizione dell’artista Mirko Vucetich. Marostica è la finestra della cultura veneta del 1400 con il suo storico grandioso show, il Castello le Mura e la Piazza. Delle scacchiere per chi ha un minimo di cultura non gliene frega niente. Se le può andare a vedere in tanti posti.

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AL POSTO DI MOZZO, CHI SARÀ IL NUOVO SINDACO? EMERGONO ALCUNE IPOTESI: VISENTIN E GUDERZO

Ma vogliamo ancora Mozzo, Dalla Valle o Scettro? Va bene il sadismo di spararsi sui così detti, ma un minimo di intelligenza ci si augura che ci sia pure a Marostica.

Dopo la grande ultima delusione del Mozzo Sindaco, un giovane che si è dimostrato imbalsamato, vecchio ed incapace di dialogare con la cittadinanza, chiuso in un cieco mondo del fare per fare senza un minimo di “ vision” per Marostica, è tempo di pensare a candidature alternative. Non vogliamo indicare alcuna preferenza, ma affermare che chi rappresenta Marostica deve avere un minimo di competenze e soprattutto autorevolezza.

Noi vogliamo semplicemente porre l’attenzione su alcuni nomi al di là di voci e pettegolezzi che girano. Occorre che finalmente Marostica abbia un vero Primo Cittadino, non giovani senza arte né parte o faccendieri con interessi personali o politici ormai rimbambiti o implicati in truffe. Che poi i vari partiti vogliano avere un minimo di capacità propositiva sarà un loro problema.

E guardandoci in giro al momento vediamo due possibilità. Il primo è un personaggio del mondo imprenditoriale che vive a Marostica. Si tratta di Andrea Visentin, 53 anni, ingegnere, che lavora alla Mevis, azienda di famiglia, e che è stato recentemente Presidente della Confindustria di Bassano. In questo caso si tratterebbe di una figura prettamente manageriale che potrebbe portare in Comune una ventata di professionalità. Lo abbiamo visto oltre che organizzare iniziative per le scuole del bassanese anche partecipare al recente corteo per la Pace, sinonimo di una sensibilità ai problemi sociali.

Il secondo personaggio che potrebbe dare una seria svolta alla attività culturali di Marostica, con anche la Partita a Scacchi, dandone massima valorizzazione, è Mario Guderzo, già responsabile del Museo di Bassano e di quello del Canova a Possagno e che ha dimostrato notevoli capacità organizzative per eventi culturali.

Entrambi i personaggi per la loro specifica attività hanno esperienze gestionali, indispensabili per essere responsabili di un Comune.

Noi vogliamo semplicemente cominciare a mettere dei nomi, senza parteggiare per alcuno, ma per porre in evidenza che occorre uscire da una logica suicida di una politica senza arte né parte e che pubblicamente ci fa vergognare.

Invitiamo anche chi ci legge a proporre ulteriori candidature, perché per quel che ci riguarda abbiamo solo espresso degli esempi di marosticensi di elevata presentabilita’.

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LUCA ZAIA: CHI È REALMENTE? L’OCCASIONE DI CONOSCERLO A PALAZZO ROBERTI

Non avevamo mai incontrato Luca Zaia, il Presidente del Veneto. L’occasione si è presentata con la presentazione del suo ultimo libro “I pessimisti non fanno fortuna”. Accolto sopratutto da attempate signore che lo vedono come un idolo. L’impressione è di uno che evita i problemi specifici per “volare alto”. E parte subito con la sua visione di valorizzazione dei giovani. Assolutamente da condividere, perché non si può pensare solo agli anziani in quanto forte bacino elettorale. Ma di fatto non ha realizzato niente e non propone nulla di pratico.
E si vede che in gioventù per parecchi anni ha fatto il PR per diverse discoteche. Assolutamente bravo nel dialogo e nel buttare tutto in ironia. E il tipico esempio di contraddizione tra il dire ed il fare. Insomma è uno Zaia che sa dialogare e furbescamente dare una visione positiva del futuro senza però indicare gli strumenti di attuazione. Addirittura sembra il “guru” della democrazia e che non c’entri niente con il governo pratico del Veneto.
Certo che un personaggio PR così riesce ad avere gran parte del mondo economico dalla sua parte di fatto garantendo affari e cemento a tutti.
Non c’è alcun discorso di valore morale sulle scelte di potere. Zaia però aderisce a dei grandi temi sociali come la libertà dell’individuo nelle scelte di vita, ma sull’ambiente non dice niente per non parlare della moralità pubblica.
Certo il suo ottimismo nasce dal fatto che oggi si vive meglio che nel passato e quindi lo sarà anche per il futuro. Basta anche pensare ai mezzi di informazione disponibili per i cittadini, impensabili fino a pochi anni fa. Ed a Zaia gli riesce bene la battuta quando dice che nel passato le famiglie si indebitavano per avere in casa l’enciclopedia, simbolo del sapere. Oggi questo è possibile gratis con un click.
Ma evita il discorso delle garanzie del pluralismo delle idee e del confronto.

Insomma l’impressione è che Zaia sia un ottimo politico “pifferaio” al servizio dell’economia del “fasemo” senza porci tanti problemi con felicità di Confindustria ed affini. E per fortuna è all’ultimo mandato perché uno così non lo schiodi più. Ed infatti la cosa gli rode. Gli piacerebbe restare Governatore a vita come il compagno Kim Jong-un. Avremo invece, e ci auguriamo, un giusto ricambio, come in tutti i Pesi civili, e la possibilità speriamo di avere una alternativa con le parole aderenti alla pratica in una ottica di un Veneto ambientalista e solidale.

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QUANDO “CULTURA MAROSTICA” AVRÀ LA QUALITÀ DI “L’ILLUSTRE BASSANESE” E “BASSANONEWS”? PER ORA FACCIAMO LA FIGURA DA PIRLA

Tre sono le riviste culturali di zona reperibili gratuitamente in biblioteca a Marostica. E noi sinceramente ci vergognamo di Cultura Marostica. La qualità degli articoli è senza dubbio migliorata rispetto al passato, ma manca una visione editoriale della rivista. E la scelta di mettere Piero Maestro come direttore responsabile è solo “politica” della Lega di Marostica. Non fa nulla. E poi è ridicolo mettere la Fotolito Moggio responsabile del progetto ed elaborazione grafica. Non è il suo mestiere. Pensiamo solo che il fattore essenziale per una lettura degli articoli è il titolo. Ebbene in Cultura Marostica non ci sono titoli e sottotitoli, ma una semplice enunciazione, da scuola elementare.
Una rivista che rappresenta culturalmente Marostica o è fatta bene o non si fa. Perché ci si sputtana continuamente. E non si è letti, dando poi la colpa ai cittadini che buttano via la rivista. Vedi le dichiarazioni precedenti della Bianchin.
Sarebbe ora che l’editore nella figura dell’Ufficio Cultura di Marostica e della Biblioteca si svegliasse e si rendesse conto della continua figura da pirla. Quando la soluzione è semplice. Diamo in mano il progetto editoriale della rivista a chi lo fa per mestiere. E abbiamo sotto gli occhi chi costruisce le due belle riviste Bassanonews e L’Illustre bassanese: l’arch. Andrea Minchio. Trattiamo con lui e affidiamogli il progetto editoriale e finiamola con le menate. Per favore.

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