ALTRI SOLDI PER FINIRE IL POLITEAMA RASCHIANDO 130.000 EURO DAL BILANCIO DEL COMUNE DI MAROSTICA

Per finire il Politeama servono ancora 130.000 euro, ma non c’è ne sono più nelle casse del Comune. Occorre allora ricorrere di corsa all’annullamento di altre spese previste tramite modifica del bilancio di previsione.
E così 50.000 euro vengono recuperati dall’incarico di redazione del P.I. urbanistico, 67.000 euro dall’annullamento della spesa per l’impianto di video sorveglianza, 10.000 euro dall’eliminazione di incarichi professionali e 3.000 euro togliendo la manutenzione di edifici comunali.
Questo è quando deciso in fretta nell’ultimo consiglio Comunale straordinario su proposta dell’assessore ai “schei” Colosso. E speriamo di essere proprio alla fine della costosissima telenovela.

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LA RIVISTA CULTURA MAROSTICA, CON L’INTRODUZIONE “CONFUSA” DI MATTEO MOZZO, NON COMUNICA LA “MODERNITÀ” DELLA NOSTRA CITTÀ NEL MONDO. È UNA GRAVE MANCANZA ED IGNORANZA

Doveva appunto essere una presentazione di Marostica nel Mondo. Ma non c’è alcuna rappresentazione della modernità, di come Marostica sta al passo con i tempi. E questa modernità ha caratteristiche uniche, un fattore differenziale rispetto ad altre località. E l’introduzione di Matteo Mozzo fa pena, accavallando in modo elettoralistico una serie di iniziative senza un filo conduttore e senza comprendere cosa effettivamente significa Cultura attualizzandola ai nostri tempi.
E poi i cappelli di paglia sono la cultura del passato, importante come punto di riferimento, ricordo, ma nulla di più. E se ne è già parlato molto anche attraverso il museo.
Certo con i soldi dei cappelli di paglia gli imprenditori locali più avveduti hanno avviato nuove industrie, che oggi rappresentano la cultura moderna di Marostica nel mondo.
A Marostica hanno sede Vimar, Pizzato Elettrica, Brave Kid ed Electotrade. Sono aziende altamente rappresentative della cultura, del know-how locale. E Mozzo, con la redazione della rivista, le ignora completamente. Incredibile.

Brave Kid mantiene a Marostica una tradizione, però completamente rinnovata, nell’abbigliamento. Ricordiamo solo la Belfe e la Breco’s, che oggi non esistono più, senza alcun museo, e culturalmente dimenticate.
Brave Kid è una azienda del gruppo OTB, Rosso per intenderci, per la produzione e distribuzione di abbigliamento per bambini con brand Diesel, Marni, Dsguared2, N*21, MM6 Maison Margiela, MYAR e l’ultimo arrivato MAX&Co.
Opera da 30 anni anche attraverso un globale e moderno e-commerce. Evidente che rappresenta il top del design e della moda a livello mondiale.

Vimar, presente in tutto il mondo, opera con prodotti per la luce e con l’elettricità. Sorta nel 1945 ha sempre rappresentato tecnologia e design del Made in Italy. Indubbiamente offre e comunica al mondo una cultura industriale significativa ed un modello per vivere bene e sicuri.

Pizzato Elettrica, sorta oltre 30 anni fa, è una delle principali realtà europee costruttrice di interruttori di posizione, microinterruttori, dispositivi di sicurezza. Tutta la produzione è realizzata negli stabilimenti di Marostica, garantendo anche la massima soddisfazione alle richieste dei clienti con le più moderne tecnologie.

Infine abbiamo Electrade SpA, con sede legale a Marostica ed operativa a Milano. È il partner ideale per produttori di energia elettrica, di gas naturale e per soluzioni di efficienza energetica. Siamo quindi in un campo della massima attualità.

Queste sono le più significative modernità di Marostica, completamente ignorate da chi vuol parlare di Cultura, vivendo la redazione della rivista solo un piccolo mondo personale e non avendo una visione complessiva.
I cappelli di paglia sono stati volano economico per industrializzare Marostica, ma sono il passato e dobbiamo invece particolarmente riflettere sul presente che rappresenta il futuro per sopravvivere ad un livello adeguato alla nostra storia millenaria.
Ma il Mozzo è ben lungi dall’essere illuminato con un adeguato livello culturale. Fa quello che può aggrappato allo scranno di Sindaco, eletto a gran cassa per mancanza di serie alternative e da cittadini che sembrano poco informati.

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I 5 STELLE A BASSANO SONO SOLO UNA “SUPPOSTA” AL PD, COME UN ANNO FA A MAROSTICA

Ci sono le elezioni ed eccoli apparire miracolosamente. Sono i “personaggi” dei 5 Stelle sempre presenti da anni in zona senza mai alcun intervento politico costruttivo.
Eppure i 5 Stelle a livello nazionale si distinguono per una politica diversa dagli altri partiti. Basta pensare al sano “pacifismo” su Ucraina-Russia e Israele-Palestinesi, mentre tutti gli altri sono dei pazzi guerrafondai. Il problema è che i 5 Stelle a livello locale sono dei piccoli oligarchi in carica da anni e che non hanno mai fatto un confronto aperto e pubblico. Si sono trincerati con le chiavi del partito come fosse una loro proprietà.
Basta vedere la nuova riapparizione di Gedorem Andreatta, che secondo noi ormai porta politicamente “sfiga”. O la riapparsa di Flavio Ferrazzi, dopo oltre 10 anni dalla scomparsa. Allora faceva coppia come candidato alle politiche con l’istrionico Celotto. E poi Simone Contro l’uomo delle “caverne “ dei 5 Stelle.

Ma possibile che non ci siano veri rappresentanti di una realtà sociale sana e moderna che sicuramente vede il Movimento 5 Stelle ancora una forza politica non toccata da tangenti o malaffare? E quindi votabile con candidati però non “comici”.

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UNA MACCHINA SOSPETTA A MAROSTICA ALLARMA I SOCIAL. MA NON È VERO

Ha scatenato un putiferio l’altro giorno la notizia apparsa su Sei di Marostica se…che c’era un tentativo di circuire un ragazzino davanti ad una scuola. L’immediatezza del social, che non può essere responsabile di una notizia pubblicata da un iscritto, ha procurato un certo panico, anche se l’immediata verifica ha smentito l’accaduto.
Ora che il Mozzo, consolidato Sindaco di destra con il 63% dei voti, affermi in stile putiniano che “Si chiede di seguire solo le fonti ufficiali e non i gruppi Whatsapp o pagine Facebook” è una affermazione fuori luogo.
L’immediata segnalazione di fatti sospetti, in particolare tentativi di furti nelle case, tramite i social è un reale momento di salvaguardia per i cittadini ed un compito finora ben svolto da Sei di Marostica se…Ovvio che la segnalazione va poi verificata anche con l’intervento dei carabinieri. È sempre meglio sospettare con responsabilità, in modo da permettere una immediata verifica, che tacere.

Ma il Mozzo si dimostra comunque sempre nemico dei social, che non può controllare e che sono critici sulla sua gestione. Vedi la sua copertura della truffa del cambio di gestore del gas, gli anni di chiusura del Ristorale del Castello superiore, il progetto del Museo delle scacchiere senza alcuna precedente verifica anche della fattibilità della sede dimostratasi poi non fattibile, l’impresa di Napoli per la ristrutturazione della scuola, ecc.
Tutti fatti evidenziati dai social ed è per questo che il Mozzo ha chiesto il sequestro del blog marosticanotizie.it e della pagina fb Marostica senza Censura. Ovviamente il Tribunale ha archiviato, forse anche ridendo per la non conoscenza dell’art.21 della Costituzione Italiana. Ma lui ha fatto ricorso tanto paga il Comune, cioè noi, perché odia i social. E l’urgenza di sequestro è tale che il Tribunale ci ha convocati a novembre. Abbiamo ancora tempo per scrivere.

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I RICORDI DI VIAGGIO CON LA MENTE LIBERA DALLE MESCHINITÀ DEI POLITICANTI DI MAROSTICA: LA BIRMANIA

Ogni tanto riprendo le vecchie guide con gli appunti dei viaggi fatti e mi immergo nei ricordi. Era il 29 dicembre 1983 quando partii per il mio primo viaggio con Avventure nel Mondo con destinazione Birmania. Altri tempi in piena scoperta del mondo. Il gruppo era diviso a metà tra maschietti e femminucce per lo più single e trentenni. Durante il viaggio cominciarono a formarsi le coppie. C’era uno spirito libertario.
Per passare la dogana della Birmania senza problemi la vivace e giovane capogruppo aveva seguito le istruzioni dei precedenti viaggi ed aveva comperato al duty-free una bottiglia di whisky da passare sottobanco al poliziotto.
La Birmania ci sorprese subito per la sua tradizione profondamente buddista, con i suoi numerosi monaci e templi. Sembrava ci fosse ovunque una serenità religiosa anche se il governo era in mano ad una feroce dittatura militare. A Rangoon trovammo in centro un old-fashion hotel con belle camere rinfrescate da ventilatori sul soffitto, le cui pale ruotavano lentamente. Sembrava di essere ancora in epoca coloniale inglese.

Altro ricordo è la partenza da Mandalay nel Nord per scendere sul fiume Irrawaddy fino a Pagan, la città con centinaia di templi antichi risalenti intorno all’anno 1.000. La barca locale stracarica di frutta, verdure e galline con i locali venditori appena partita si arenò. Era la stagione secca ed il fiume non aveva molta acqua. Tornammo a riva con un barchino e affittammo un camioncino per il lungo viaggio. La strada era polverosa e non asfaltata ed arrivata la sera era tutto buio. Per tirarci su di morale cantavamo. Ad un certo punto però il pulmino si fermò ed apparvero dei locali armati e dalla faccia incazzata e con grandi occhi obliqui assassini. Avevamo sbagliato strada ed eravamo entrati in una zona proibita. Fummo fatti scendere e portati in una capanna. Lungo interrogatorio dei nostri autisti da parte del capo armato, controllo a tutti dei passaporti ed alla fine fummo “liberati”. Ci allontanammo in fretta sulla strada giusta.
Pagan ed il lago Inle sono le località più interessanti da visitare in Birmania. Pagan dal punto di vista storico per i suoi templi ed il lago Inle dal punto vista naturalistico con i suoi villaggi sull’’acqua, immersi nella vegetazione.
Infine da non perdere a Rangoon la Shwedagon Pagoda, alta 98 metri e ricoperta di una lamina d’oro che splende durante il giorno con i riflessi del sole ed illuminata durante la notte. La leggenda narra che sia stata costruita 2.500 anni fa.

Un viaggio assolutamente da fare per chi vuol immergersi nella cultura buddista vissuta quotidianamente.

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UNA RIFLESSIONE SULL’ARTE DELL’IPOCRISIA “DEMOCRATICA” DALLA PRO MAROSTICA AL COMUNE

Quando avvengono assemblee “blindate” in cui tutto è già stato deciso prima dal gruppo compatto degli amici degli amici o quando in Consiglio Comunale il Sindaco afferma che non serve votare un certo argomento perché già previsto nel programma elettorale, vuol dire che siamo alla frutta della democrazia.
E la democrazia non è solo una cosa bella perché tutti possono dire la loro e poi votare, ma è uno strumento efficiente di gestione in cui si confrontano opinioni diverse per trovare la soluzione migliore.
A Marostica la gestione “democratica” è vista come pura contrapposizione per cui chi è al potere ha sempre ragione, anche difendendo truffe come quella del cambio di gestore del gas, e chi è all’opposizione un idiota che va schiacciato e possibilmente eliminato. Vedasi al riguardo la richiesta del Sindaco Mozzo di sequestro del nostro blog e delle nostre pagine fb. Ovviamente respinta dal tribunale in base all’art. 21 della Costituzione Italiana.
Invece in tutti i gruppi funzionanti in modo partecipato, una dinamica positiva di confronto è il modo migliore per prendere delle giuste decisioni.
E questa funzione di controllo del funzionamento della democrazia nel sociale dovrebbe essere svolto in modo aperto e “liberal” anche dalle associazioni professionali che al loro interno hanno consolidate competenze.
Un ruolo “illuminato” delle associazioni professionali, tipo Rotary o Lions, dovrebbe essere di stimolo al rispetto delle regole. Finalmente dopo anni ho sentito parlare il mio presidente di club di Costituzione Italiana come riferimento ad un comportamento etico di un socio. Era ora.

Se pensiamo che l’Associazione Nazionale Alpini è di fatto un gruppo paramilitare nel cui statuto di Repubblica, Resistenza e Costituzione non c’è alcun cenno, vengono i brividi. Se pensiamo che al culmine dell’intervento di Vittorio Brunello vice presidente dell’Ana, all’Assemblea dei delegati della Sezione di Marostica afferma “Restiamo nel sentiero tracciato dai nostri Veci, il fare! Tasi e tira, non esibizione, ma fatti concreti. Il resto sono bubbole”. Cartesio oltre 400 anni fa diceva “Cogito ergo sum”, penso quindi sono. Gli Alpini non pensano, infatti sono anche finiti in Russia al seguito dell’esercito nazista. Poi in parte si sono riscattati combattendo nella Resistenza, “pensando” all’orrore che avevano fatto.

Insomma l’ambiguità e la strumentalizzazione di una gestione di Enti o associazioni è la prospettiva poi di grandi fallimenti futuri. Anche le vicende passate a Marostica ce lo insegnano.

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LA MARTUCCI ERA CONVINTA DI SPILLARCI 30.000 EURO PER AVER INTACCATO LA SUA IMMAGINE CON IL TERMINE “MAFIOSA”, INVECE IL TRIBUNALE CI HA ASSOLTI. ORA È IL TURNO DI MATTEO MOZZO PER LA TRUFFA DEL GAS

Noi siamo sempre rimasti coerenti. Non potevamo accettare che fossero diffusi dalla Lory Martucci sui social messaggi che ci vedevano super condannato, quando invece avevamo solo delle querele intimidatorie, tutte da verificare e che evidentemente ci creavano preoccupazione non avendone prima mai ricevute. Era in corso un assalto alla nostra informazione per farci tacere. E lei ne approfittava. Ma non solo. Ci attaccava personalmente sui social con infamanti menzogne.
E oltre ad insultarci aveva chiesto che le pagassimo 30.000 euro per aver usato il termine “mafiosa” che evidentemente ci aveva in qualche modo estorto, convinta che alla nostra reazione avrebbe avuto via libera ad una facile querela.
Purtroppo una pia illusione perché i giudici fanno il loro mestiere ed ascoltano anche gli accusati, soprattutto se le accuse sono artificiose e false.
Adesso aspettiamo la sentenza scritta per capire con quali motivazioni il Giudice ci ha assolto. Potrebbe essere una sentenza “scuola” per vicissitudini simili.

Il prossimo turno è il processo per la truffa del gas iniziato con la querela Marica Dalla Valle e continuato da Matteo Mozzo. Nella prossima adunanza di aprile la parola spetta agli avvocati dell’accusa e della difesa. Poi ci sarà la sentenza. Noi abbiamo presentato in modo inconfutabile il meccanismo adottato per la truffa. E confidiamo in una giustizia che troviamo sempre attenta a chi si impegna per un vivere sociale nella legalità. Anche se tutto ciò è gratis solo per il Sindaco, a questo punto falso rappresentante degli interessi della Comunità, non per un cittadino che si batte per la trasparenza.

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ANCHE A MAROSTICA C’È L’ANPI, L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI, CHE PROPRIO NON È COME QUELLA DEGLI ALPINI

Marino Ziliati mi cancello’ dall’Anpi di Marostica quando gli ricordai anni fa su queste pagine in modo molto ironico che non era il caso i denunciare l’artista Chiurato per le svastiche esposte in via Mazzini. Era una vera provocazione culturale per ricordare il fatto che la croce uncinata fu un simbolo rubato dai nazisti alla cultura induista e che in realtà non è simbolo di morte, ma di vita, felicità e pace. Ma si sa anche a sinistra esistono i piccoli dittatori. Per fortuna c’è l’Anpi anche a Bassano. Anche perché ci tengo ad essere iscritto per ragioni familiari. Mio papà fu tra quelli (furono oltre 600.000!) che come soldato si rifiutò di aderire alla repubblica fascista di Salo’ dopo l’armistizio del ‘43. E si fece due anni di campo di concentramento.

Con la tessera ANPI in tasca fu alquanto divertente quando ad una cena Rotary a Milano, mi trovai con i commensali tutti esaltati per le prospettive che si aprivano con l’arrivo di Berlusconi in politica. Ad un certo punto stanco di tutte le storie che raccontavano dissi che l’unica tessera che avevo era quella dell’Anpi e la mostrai. Tutti impallidirono quasi convinti che alla domenica partecipassi alle esercitazioni in armi della brigata partigiana Anpi.

Comunque l’Anpi ha uno statuto ben diverso da quello degli Alpini. Infatti fondata nel 1944 dai partecipanti alla Resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista della seconda guerra mondiale, è aperta a chiunque condivida i valori della Resistenza.
Quindi , assieme alla “cattolica” Associazione Nazionale Volontari della Libertà nata nel 1948 come scissione dall’Anpi, opera con 140.000 iscritti in Italia a difendere le libertà democratiche ottenute combattendo il nazi-fascismo.
Che poi lo faccia realmente con la giusta incisività è un altro discorso, perché noi crediamo che sul fronte antifascista bisogna sempre essere determinati.

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LA SEZIONE DELL’ANA DI MAROSTICA È IN QUALCHE MODO UNA CELLULA PARAMILITARE?

Una simile affermazione al primo momento può far sorridere perché la maggior parte della gente ha un ricordo degli Alpini, con il loro berretto in testa, allegri e gioviale in molte occasioni di festa e spesso offrendo un buon bicchiere di vino. Però il dubbio è noi venuto dopo le numerose sfilate “militari” degli Alpini nell’ultimo anno.
Certamente conosciamo bene l’attività degli Alpini nel supporto di attività benefiche o il loro intervento in situazioni ambientali critiche. Però ignoriamo che cosa è effettivamente l’Ana.
Allora la cosa migliore è andare a vedere lo statuto che ben inquadra la situazione:

“SCOPI
Art. 2 – Associazione apartitica, l’Associazione Nazionale Alpini si propone di:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
d) promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
e) promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Per il conseguimento degli scopi associativi l’Associazione Nazionale Alpini, che non ha scopo di lucro, si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri soci.”

È evidente che le nostre perplessità riguardano i punti b) e c). Cosa si intende per Patria? Perché ci si dimentica della nostra Repubblica fondata sulla Resistenza e sulla Costituzione Italiana?
Si sa molto bene che troppi inni nazionali e bandiere hanno suscitato nell’uomo un “esagerato” amor di Patria che poi si è trasformato in un esagerato nazionalismo, perdendo un giusto equilibrio per l’amor di patria. Il che poi ha favorito e favorisce il ritorno di movimenti neo fascisti che nel passato hanno portato l’Italia alla rovina. E l’art. 52 della Costituzione, mai citata nello statuto dell’Ana, dice “la difesa della Patria è sacro dovere dei cittadini”. Quindi esercito solo per la difesa, non per altre guerre.
Per non parlare poi tutte le commemorazioni fatte delle guerre e battaglie passate, che sono sempre state di aggressione non di difesa. E quando si parla di guerra di Russia non si può dimenticare che è stata fatta come supporto ai nazisti che volevano sterminare i russi. Per questo la nostra Costituzione parla solo di difesa. Le esperienze passate hanno insegnato anche troppo.

Nel punto c) i rapporti con i Reparti e gli Alpini in armi sarebbe bene definirli meglio perché senza niente si diventa una associazione paramilitare, direttamente dipendente dall’esercito, che andrebbe sottoposta quindi a specifiche normative.

Dopo 79 anni dalla Liberazione dai nazi-fascisti e 76 anni dalla promulga della Costituzione Italiana, sarebbe opportuno sistemare anche lo statuto dell’Associazione Nazionale Alpini, evitando qualsiasi ambiguità.

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PERCHÉ SIMONE BUCCO È UN PRESIDENTE DELLA PRO MAROSTICA “FARLOCCO”

Farlocco significa sciocco, sprovveduto e Bucco lo è. Se fosse un vero manager e non esclusivamente un geometra, non sarebbe così divisivo, ed in questo aiutato dai suoi esaltati adepti, con chi esprime opinioni diverse. Sembra un toro che appena vede una situazione da lui non proposta si imbufalisce sempre con la scusa che lui lavora e quindi non va toccato.
Per esempio la gestione dell’assemblea dei Soci della Pro Marostica lo ha ridicolizzato (anche se sembra non rendersene conto) con la sua manovra di blindare il tutto e di non voler sentire altre voci. Quando abbiamo chiesto se veniva fatta una pubblicazione sulle interessanti e pregevoli conferenze fatte lo scorso anno focalizzate sul “mito” della Partita a Scacchi, gli abbiamo offerto su un piatto d’oro l’occasione di presentare la Pro Marostica sotto l’aspetto culturale, di rilevantissima importanza per la Partita a Scacchi. Non aspettando gli altri e sempre imbufalendosi poi con chi sembra strappagli la sua proprietà. Invece di trovare un accordo con chi è più bravo di lui a scrivere. Infatti attendiamo una nuova pubblicazione di Roberto Xausa sull’evoluzione della Partita. Xausa, che certamente non è un allocco, è abile ad esplicitare le sue competenze ed ad utilizzare a suo favore il lavoro degli altri, cogliendone gli aspetti culturali più significativi. Basta vedere come non parla più di suo padre presunto autore del brogliaccio della Partita. Non era il caso di continuare con una simile puttanata. E il Bucco dovrebbe imparare, anche se Xausa è uno dei critici alla sua gestione. E dovrebbe trovare un accordo anche con la ex presidente Cinzia Battistello.
Il Bucco comunque ci ha risposto che le registrazioni verranno messe sul sito della Pro quanto prima. Non ha quindi capito nulla.
Come per la seconda domanda. Avevamo chiesto un progetto sul ristorante del Castello superiore. Invece ha capito che volevamo subito una gestione diretta da parte della Pro. Tutto preso da se stesso ci ha risposto che se facevamo una simile richiesta voleva dire che lo consideravamo bravo.
Un vero manager deve avere una sensibilità di ascolto ed una capacità intelligente di utilizzo delle proposte che vengono anche dai suoi “presupposti “ avversari.

Cosa che Bucco dimostra non avere le capacità di fare e per questo è un Presidente “farlocco”.

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