UNA RIFLESSIONE SULL’ARTE DELL’IPOCRISIA “DEMOCRATICA” DALLA PRO MAROSTICA AL COMUNE

Quando avvengono assemblee “blindate” in cui tutto è già stato deciso prima dal gruppo compatto degli amici degli amici o quando in Consiglio Comunale il Sindaco afferma che non serve votare un certo argomento perché già previsto nel programma elettorale, vuol dire che siamo alla frutta della democrazia.
E la democrazia non è solo una cosa bella perché tutti possono dire la loro e poi votare, ma è uno strumento efficiente di gestione in cui si confrontano opinioni diverse per trovare la soluzione migliore.
A Marostica la gestione “democratica” è vista come pura contrapposizione per cui chi è al potere ha sempre ragione, anche difendendo truffe come quella del cambio di gestore del gas, e chi è all’opposizione un idiota che va schiacciato e possibilmente eliminato. Vedasi al riguardo la richiesta del Sindaco Mozzo di sequestro del nostro blog e delle nostre pagine fb. Ovviamente respinta dal tribunale in base all’art. 21 della Costituzione Italiana.
Invece in tutti i gruppi funzionanti in modo partecipato, una dinamica positiva di confronto è il modo migliore per prendere delle giuste decisioni.
E questa funzione di controllo del funzionamento della democrazia nel sociale dovrebbe essere svolto in modo aperto e “liberal” anche dalle associazioni professionali che al loro interno hanno consolidate competenze.
Un ruolo “illuminato” delle associazioni professionali, tipo Rotary o Lions, dovrebbe essere di stimolo al rispetto delle regole. Finalmente dopo anni ho sentito parlare il mio presidente di club di Costituzione Italiana come riferimento ad un comportamento etico di un socio. Era ora.

Se pensiamo che l’Associazione Nazionale Alpini è di fatto un gruppo paramilitare nel cui statuto di Repubblica, Resistenza e Costituzione non c’è alcun cenno, vengono i brividi. Se pensiamo che al culmine dell’intervento di Vittorio Brunello vice presidente dell’Ana, all’Assemblea dei delegati della Sezione di Marostica afferma “Restiamo nel sentiero tracciato dai nostri Veci, il fare! Tasi e tira, non esibizione, ma fatti concreti. Il resto sono bubbole”. Cartesio oltre 400 anni fa diceva “Cogito ergo sum”, penso quindi sono. Gli Alpini non pensano, infatti sono anche finiti in Russia al seguito dell’esercito nazista. Poi in parte si sono riscattati combattendo nella Resistenza, “pensando” all’orrore che avevano fatto.

Insomma l’ambiguità e la strumentalizzazione di una gestione di Enti o associazioni è la prospettiva poi di grandi fallimenti futuri. Anche le vicende passate a Marostica ce lo insegnano.

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LA MARTUCCI ERA CONVINTA DI SPILLARCI 30.000 EURO PER AVER INTACCATO LA SUA IMMAGINE CON IL TERMINE “MAFIOSA”, INVECE IL TRIBUNALE CI HA ASSOLTI. ORA È IL TURNO DI MATTEO MOZZO PER LA TRUFFA DEL GAS

Noi siamo sempre rimasti coerenti. Non potevamo accettare che fossero diffusi dalla Lory Martucci sui social messaggi che ci vedevano super condannato, quando invece avevamo solo delle querele intimidatorie, tutte da verificare e che evidentemente ci creavano preoccupazione non avendone prima mai ricevute. Era in corso un assalto alla nostra informazione per farci tacere. E lei ne approfittava. Ma non solo. Ci attaccava personalmente sui social con infamanti menzogne.
E oltre ad insultarci aveva chiesto che le pagassimo 30.000 euro per aver usato il termine “mafiosa” che evidentemente ci aveva in qualche modo estorto, convinta che alla nostra reazione avrebbe avuto via libera ad una facile querela.
Purtroppo una pia illusione perché i giudici fanno il loro mestiere ed ascoltano anche gli accusati, soprattutto se le accuse sono artificiose e false.
Adesso aspettiamo la sentenza scritta per capire con quali motivazioni il Giudice ci ha assolto. Potrebbe essere una sentenza “scuola” per vicissitudini simili.

Il prossimo turno è il processo per la truffa del gas iniziato con la querela Marica Dalla Valle e continuato da Matteo Mozzo. Nella prossima adunanza di aprile la parola spetta agli avvocati dell’accusa e della difesa. Poi ci sarà la sentenza. Noi abbiamo presentato in modo inconfutabile il meccanismo adottato per la truffa. E confidiamo in una giustizia che troviamo sempre attenta a chi si impegna per un vivere sociale nella legalità. Anche se tutto ciò è gratis solo per il Sindaco, a questo punto falso rappresentante degli interessi della Comunità, non per un cittadino che si batte per la trasparenza.

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ANCHE A MAROSTICA C’È L’ANPI, L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI, CHE PROPRIO NON È COME QUELLA DEGLI ALPINI

Marino Ziliati mi cancello’ dall’Anpi di Marostica quando gli ricordai anni fa su queste pagine in modo molto ironico che non era il caso i denunciare l’artista Chiurato per le svastiche esposte in via Mazzini. Era una vera provocazione culturale per ricordare il fatto che la croce uncinata fu un simbolo rubato dai nazisti alla cultura induista e che in realtà non è simbolo di morte, ma di vita, felicità e pace. Ma si sa anche a sinistra esistono i piccoli dittatori. Per fortuna c’è l’Anpi anche a Bassano. Anche perché ci tengo ad essere iscritto per ragioni familiari. Mio papà fu tra quelli (furono oltre 600.000!) che come soldato si rifiutò di aderire alla repubblica fascista di Salo’ dopo l’armistizio del ‘43. E si fece due anni di campo di concentramento.

Con la tessera ANPI in tasca fu alquanto divertente quando ad una cena Rotary a Milano, mi trovai con i commensali tutti esaltati per le prospettive che si aprivano con l’arrivo di Berlusconi in politica. Ad un certo punto stanco di tutte le storie che raccontavano dissi che l’unica tessera che avevo era quella dell’Anpi e la mostrai. Tutti impallidirono quasi convinti che alla domenica partecipassi alle esercitazioni in armi della brigata partigiana Anpi.

Comunque l’Anpi ha uno statuto ben diverso da quello degli Alpini. Infatti fondata nel 1944 dai partecipanti alla Resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista della seconda guerra mondiale, è aperta a chiunque condivida i valori della Resistenza.
Quindi , assieme alla “cattolica” Associazione Nazionale Volontari della Libertà nata nel 1948 come scissione dall’Anpi, opera con 140.000 iscritti in Italia a difendere le libertà democratiche ottenute combattendo il nazi-fascismo.
Che poi lo faccia realmente con la giusta incisività è un altro discorso, perché noi crediamo che sul fronte antifascista bisogna sempre essere determinati.

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LA SEZIONE DELL’ANA DI MAROSTICA È IN QUALCHE MODO UNA CELLULA PARAMILITARE?

Una simile affermazione al primo momento può far sorridere perché la maggior parte della gente ha un ricordo degli Alpini, con il loro berretto in testa, allegri e gioviale in molte occasioni di festa e spesso offrendo un buon bicchiere di vino. Però il dubbio è noi venuto dopo le numerose sfilate “militari” degli Alpini nell’ultimo anno.
Certamente conosciamo bene l’attività degli Alpini nel supporto di attività benefiche o il loro intervento in situazioni ambientali critiche. Però ignoriamo che cosa è effettivamente l’Ana.
Allora la cosa migliore è andare a vedere lo statuto che ben inquadra la situazione:

“SCOPI
Art. 2 – Associazione apartitica, l’Associazione Nazionale Alpini si propone di:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
d) promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
e) promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
Per il conseguimento degli scopi associativi l’Associazione Nazionale Alpini, che non ha scopo di lucro, si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri soci.”

È evidente che le nostre perplessità riguardano i punti b) e c). Cosa si intende per Patria? Perché ci si dimentica della nostra Repubblica fondata sulla Resistenza e sulla Costituzione Italiana?
Si sa molto bene che troppi inni nazionali e bandiere hanno suscitato nell’uomo un “esagerato” amor di Patria che poi si è trasformato in un esagerato nazionalismo, perdendo un giusto equilibrio per l’amor di patria. Il che poi ha favorito e favorisce il ritorno di movimenti neo fascisti che nel passato hanno portato l’Italia alla rovina. E l’art. 52 della Costituzione, mai citata nello statuto dell’Ana, dice “la difesa della Patria è sacro dovere dei cittadini”. Quindi esercito solo per la difesa, non per altre guerre.
Per non parlare poi tutte le commemorazioni fatte delle guerre e battaglie passate, che sono sempre state di aggressione non di difesa. E quando si parla di guerra di Russia non si può dimenticare che è stata fatta come supporto ai nazisti che volevano sterminare i russi. Per questo la nostra Costituzione parla solo di difesa. Le esperienze passate hanno insegnato anche troppo.

Nel punto c) i rapporti con i Reparti e gli Alpini in armi sarebbe bene definirli meglio perché senza niente si diventa una associazione paramilitare, direttamente dipendente dall’esercito, che andrebbe sottoposta quindi a specifiche normative.

Dopo 79 anni dalla Liberazione dai nazi-fascisti e 76 anni dalla promulga della Costituzione Italiana, sarebbe opportuno sistemare anche lo statuto dell’Associazione Nazionale Alpini, evitando qualsiasi ambiguità.

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PERCHÉ SIMONE BUCCO È UN PRESIDENTE DELLA PRO MAROSTICA “FARLOCCO”

Farlocco significa sciocco, sprovveduto e Bucco lo è. Se fosse un vero manager e non esclusivamente un geometra, non sarebbe così divisivo, ed in questo aiutato dai suoi esaltati adepti, con chi esprime opinioni diverse. Sembra un toro che appena vede una situazione da lui non proposta si imbufalisce sempre con la scusa che lui lavora e quindi non va toccato.
Per esempio la gestione dell’assemblea dei Soci della Pro Marostica lo ha ridicolizzato (anche se sembra non rendersene conto) con la sua manovra di blindare il tutto e di non voler sentire altre voci. Quando abbiamo chiesto se veniva fatta una pubblicazione sulle interessanti e pregevoli conferenze fatte lo scorso anno focalizzate sul “mito” della Partita a Scacchi, gli abbiamo offerto su un piatto d’oro l’occasione di presentare la Pro Marostica sotto l’aspetto culturale, di rilevantissima importanza per la Partita a Scacchi. Non aspettando gli altri e sempre imbufalendosi poi con chi sembra strappagli la sua proprietà. Invece di trovare un accordo con chi è più bravo di lui a scrivere. Infatti attendiamo una nuova pubblicazione di Roberto Xausa sull’evoluzione della Partita. Xausa, che certamente non è un allocco, è abile ad esplicitare le sue competenze ed ad utilizzare a suo favore il lavoro degli altri, cogliendone gli aspetti culturali più significativi. Basta vedere come non parla più di suo padre presunto autore del brogliaccio della Partita. Non era il caso di continuare con una simile puttanata. E il Bucco dovrebbe imparare, anche se Xausa è uno dei critici alla sua gestione. E dovrebbe trovare un accordo anche con la ex presidente Cinzia Battistello.
Il Bucco comunque ci ha risposto che le registrazioni verranno messe sul sito della Pro quanto prima. Non ha quindi capito nulla.
Come per la seconda domanda. Avevamo chiesto un progetto sul ristorante del Castello superiore. Invece ha capito che volevamo subito una gestione diretta da parte della Pro. Tutto preso da se stesso ci ha risposto che se facevamo una simile richiesta voleva dire che lo consideravamo bravo.
Un vero manager deve avere una sensibilità di ascolto ed una capacità intelligente di utilizzo delle proposte che vengono anche dai suoi “presupposti “ avversari.

Cosa che Bucco dimostra non avere le capacità di fare e per questo è un Presidente “farlocco”.

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LA PRO MAROSTICA NON RAPPRESENTA LA COMUNITÀ E RICEVE 64.320,00 EURO ALL’ANNO DAL COMUNE SENZA CONTROLLO

In pratica viene omaggiato l’affitto della sede di proprietà del Comune per l’ammontare di 64.320,00 euro all’anno per 15 anni. Che la Pro Marostica in funzione soprattutto dell’attività che svolge per la Partita a Scacchi debba avere una sua sede/magazzino non c’è nulla da ridire. Però una concessione così importante non può essere senza i controlli attraverso una corretta partecipazione alla gestione. Non può essere in mano attraverso una furbesca manipolazione a Bucco ed ai suoi adepti. Quello che accade è scandaloso. I Soci elettori sono poco più di 200 perché si tiene ì gruppo chiuso non pubblicizzando la partecipazione tra i cittadini e non creando iniziative specifiche per i Soci. Inoltre per votare bisogna essere iscritti l’anno prima, quando normalmente le associazioni prevedono tre mesi prima dell’assemblea. Ma la vera furbata è che su 9 posti in Consiglio se ne possano votare 9, creando così la condizione di manipolare il risultato con gli amici del 50% + 1 che permette di aggiudicarsi tutti i posti escludendo qualsiasi minoranza. E lo statuto della Pro Marostica non è conforme quindi allo statuto tipo dell’associazione delle Pro Loco.
In pratica Simone Bucco con i suoi amici si è impadronito della Pro Marostica. Ed il Comune nell’accordo tace al riguardo delle modalità di elezione e della rappresentatività dell’associazione con la popolazione di Marostica. La morale è che con circa 200 iscritti per lo più amici di Bucco, quest’ultimo si è impadronito della Pro Loco.
Anche il funzionamento dell’assemblea è critico in quanto il bilancio e la relazione non sono stati dati ai Soci prima dell’assemblea per una meditata valutazione. Ci si deve fidare di ciò che il Bucco proietta sullo schermo senza alcuna possibilità di analisi. Noi comunque abbiamo fatto tutte le foto. Queste modalità di presentazione impediscono gli interventi. Infatti noi siamo stati gli unici a fare due interventi riguardanti la pubblicazione dei convegni fatti sul “mito” della Partita (per non buttare nel cestino una importante iniziativa finalmente fatta sulla “storia” della Partita) e la richiesta di un progetto da parte della Pro Marostica per il “ristorante” del Castello Superiore. Siamo stati zittiti dall’arrogante Bucco, pur avendo preso degli all’applausi sull’ultima proposta.
Non è possibile una simile situazione antidemocratica, indipendentemente dalla “bravura” nel fare le cose.
Ci deve sempre essere il rispetto di tutti i cittadini di Marostica ed il Comune deve essere garante di questo a maggior ragione se finanzia con i nostri soldi.

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IL “BADRONE” ORA C’È SOLO ALLA PRO MAROSTICA, PERCHÉ NELLE AZIENDE LOCALI CI SONO VERI IMPRENDITORI

Nelle aziende dei dintorni è tutto cambiato seguendo l’evoluzione dei tempi ed è il motivo del successo dello sviluppo delle imprese locali.
Non esiste più il vecchio “paron” che di giorno faceva andar avanti da solo la sua azienda con bravura personale ed intuizioni e che alla sera magari giocava a scopa all’osteria con i suoi operai. Sono adesso arrivati i figli se non i nipoti.
E l’evoluzione manageriale nelle aziende locali è stata fortissima. Addirittura abbiamo il caso che per scegliere il successore tra i figli, il proprietario abbia chiamato una agenzia specializzata di selezione del personale direttivo per avere un esame dei figli, tutti laureati, per indicare il candidato futuro presidente. Senza simpatie familiari, ma guardando, con la continuità della gestione della famiglia, al futuro pratico dell’impresa.
Un altro industriale con succursale in Cina ha mandato il figlio a studiare in quel Paese. Figlio che poi ha sposato una cinese e successivamente è rientrato in azienda apportando la sua esperienza all’estero.
Per non parlare dell’iter formativo seguito dall’attuale presidente dell’Associazione industriali di Vicenza per prendere in mano l’azienda di famiglia.

Figli insomma che sono stati indirizzati dalla famiglia a crescere per assumersi con competenza le loro responsabilità nelle imprese. Che poi significa anche benessere per la Comunità.

Sul fronte della politica in senso ampio abbiamo un Mozzo diplomato all’Istituto Agrario che improvvisamente diventa Sindaco di Marostica senza alcun tipo di formazione specifica, un Bucco geometra che in pratica ha raggiunto il suo scopo di presidente della pro Marostica “blindando” la sua elezione dopo anni di attività da politicante. Ma su Bucco possiamo aprire una parentesi perché di fatto la situazione della Pro Marostica è sembrata, nell’ultima assemblea “blindata”, positiva sia sul fronte del bilancio che su quello della programmazione delle iniziative. Certo manca una progettualità sul ristorante del Castello Superiore che è un obbligo della Pro Marostica. Vedremo se il programma presentato troverà una pratica realizzazione. Poi c’è il fatto che le iscrizioni non sono promosse per mantenere chiuso il gruppo. Tutti i cittadini di Marostica anche se non partecipano direttamente alla Pro Marostica ne dovrebbero essere Soci.
Un altro caso critico è quello di Consolaro che succede all’eterno Scomazzon nella Presidenza della Cooperativa Consumatori, in qualche modo politicamente collegata alle precedenti amministrazioni comunali, dopo averne avallato per anni come vice tutte le scelte che la hanno messa in crisi.

Insomma se da una parte c’è un mondo imprenditoriale che si evolve e cresce , d’altro un mondo collegato alla politica che non avanza democraticamente e culturalmente, ma regredisce e non è certo portatore di novità.

Come andrà a finire? Personalmente crediamo alla logica del mercato in tutte le situazioni. Quando i soldi sono finiti anche in politica si va in profonda crisi ed arriva una specie di amministrazione controllata con varie sfaccettature.

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LE TROPPE CERIMONIE MILITARI CON GLI ALPINI IN PRIMA LINEA ANCHE A MAROSTICA SONO INDECENTI. SAREBBE ORA DI CAMBIARE QUESTA STORIA E “RIPOSIZIONARE” GLI ALPINI CON LE DOVUTE DISTINZIONI

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una serie di numerose cerimonie a ricordo soprattutto della guerra 1915-18. Ma non sono mancate quelle con riferimento alla ignobile “campagna di Russia”.
L’ultima della serie è quella dell’inaugurazione del restauro del Comando di Tappa a Vallonara. Ovviamente con la partecipazione di tutte le varie associazioni di Alpini che in questi tempi sfornano più sfilate possibili. Sembra quasi che la guerra si avvicini.
Noi abbiamo fatto l’obbligatorio servizio militare come Artigliere di Montagna a Feltre. Avevamo cercato di evitarlo ritenendolo inutile ed una grande perdita di tempo, ma purtroppo il tentativo di fare il servizio civile per tre anni all’Università di Santiago in Cile non fu possibile per l’arrivo di Pinochet, il sanguinario dittatore. Era tutto ok, ma eravamo nel 1973 e non abbiamo voluto rischiare la pelle.
Certo il collante tra gli ex Alpini è il cameratismo collegato anche ad un vissuto “militare” locale. E quindi andrebbe fatta una prima distinzione tra attività militare e attività sociale, che è la più importante per gli ex.
Se poi ci confrontiamo con altri Paesi, non esiste una situazione del genere. Le guerre passate sono per lo più dimenticate soprattutto dai Paesi che le hanno perse. E non esiste una organizzazione territoriale come gli Alpini. Ci sono solo importanti date di ricordo soprattutto per la liberazione dai nazi-fascisti.
Il fatto è che poi la troppa esaltazione del cameratismo fa dimenticare la storia, le guerre esecrabili con i loro eccidi ed inutilità.
L’Italia ne 1915-18 non fu invasa, non si difese, ma dichiarò la guerra tradendo l’alleanza che aveva co Austria e Germania. Ed i territori di lingua italiana poteva ottenerli per via di negoziati non voluti dal governo italiano.
La prima guerra mondiale fu la causa del fascismo e di quelle situazioni che portarono alla disfatta dell’Italia nella seconda guerra mondiale.

Ora sarebbe opportuno “riposizionare” le associazioni degli Alpini distinguendole nettamente dall’esercito e valorizzando esclusivamente la loro importante attività di volontariato ed aprendole anche a chi non ha fatto la naja. Insomma gli Alpini non come soldati ma volontari per il bene della comunità.

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SIMONE BUCCO CON IL “TRUCCO” DEI 9 VOTI INVECE DEI REGOLARI 5 ELEGGE TUTTI I SUOI. È IL “BADRONE” DELLA PRO MAROSTICA

Basta intruppare il 50% + 1 dei Soci presenti e si prendono tutti i posti in Consiglio di Amministrazione. Potrei aver preso il 49,99% e sono fuori. Ogni posizione critica e costruttiva è eliminata. Ma di fatti del genere chi scrive ne ha già vissuti. Sono chiari esempi la vicenda della Popolare di Marostica e della Cooperativa dei Consumatori. Consigli di amministrazione eletti in situazioni gestionali ed economiche favorevoli e quindi con merito, poi si blindano volendo ignorare qualsiasi apporto critico e costruttivo. E non tutelando il futuro con apporti di opinioni diverse poi subentra la crisi. Quando lavoravo in azienda ho sempre utilizzato i periodi favorevoli per ristrutturare, per trovare nuove opportunità. Al momento del sorgere di una situazione critica e non si hanno le risorse sia umane che finanziarie per provvedere comincia una situazione difficile da recuperare.

Nulla da dire sulla relazione delle attività ed economica presentata da Bucco. La abbiamo approvata. La commenteremo in un prossimo articolo.

Però nel momento in cui abbiamo presentato la richiesta che la Pro Marostica elabori delle proposte per superare la critica situazione del Castello Superiore, ristorante gestito nella fase iniziale negli anni ‘50 direttamente dalla Pro Marostica, subito Bucco la ha cestinata non mettendola in discussione ed in votazione all’assemblea, come avrebbe dovuto fare avendo al proposito ricevuto degli applausi.

È quindi cominciata l’era del “Badrone” Bucco che si circonda dei solidi adepti. Che aspetta che gli altri gli dicano “quanto bravo è “. Ma d’altra parte Bucco è “compare” della linea di Mozzo che non accetta discussioni o apporti se non dai suoi fedeli. Basta vedere la disperazione di Santini che da buon cattolico non riesce a capacitarsi che possano esistere simili personaggi. Non ha capito che è un problema di formazione culturale e di educazione civica, molto carente, anche se dicono che sei un bravo geometra.

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MATTEO MOZZO FORSE HA UNA STRABILIANTE IDEA PER RIEMPIRE LE SCUOLE DA CHIUDERE: LA FABBRICA DEI BAMBINI?

Non aprono le prime di San Luca e Valle San Floriano. Con evidenti proteste dei genitori. Ma d’altra parte basta leggersi il DUP (Documento Unico di Programmazione) del Comune di Marostica per rendersi conto del notevole calo demografico in atto. Si passa da 812 bimbi in età prescolare nel 2018, a 793 nel 2019, a 739 nel 2020 a 612 nel 2021 infine a 690 nel 2022.
Il tasso di natalità cala al 5,62% nel 2022. Era l’8,76% nel 2018.
È evidente che occorre un progetto che sia in linea con le aspettative del numero degli alunni, tra l’altro abbastanza prevedile alcuni anni prima. Progetti edilizi nelle scuole primarie hanno poco senso. A meno di un rifacimento delle scuole. È solo propaganda elettorale fine a se stessa.

Certo se i bimbi non ci sono occorrerebbe “fabbricarli”. E come? Con un progetto che favorisca al massimo la famiglia e le donne. Progetto che non c’è. Perché per fare figli oggi si pretende la massima sicurezza di reddito e disponibilità di tempo.

L’altra soluzione è quella di aprire le porte a bimbi disperati che vivono in condizioni assurde. Pensiamo per esempio ai bimbi palestinesi che sono rimasti spesso da soli sotto i bombardamenti israeliani. Affidiamoli presso famiglie e mandiamoli a scuola. Sarebbe un operare nobilissimo e di grande prospettiva per il futuro per la pace tra i popoli.
Ma tutto questo diventa difficile ed improbabile, perché i “politici” attuali non hanno una visione della società, da bravi periti, ragionieri o geometri.

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