MARCO GRAPPIGLIA, FAMOSO “BALLISTA” DELLA LEGA DI MAROSTICA, AIUTA ENZO COLOSSO A DIFFAMARE MORELLO. MA LORY LOREDANA MARTUCCI RISPONDE…..

Si è dato da fare Marco Grappiglia a diffondere la notizia della querela a Morello di Enzo Colosso per “Le notizie di un falso buco di bilancio per condizionare il voto a Marostica finiscono in Procura”. Una querela senza un minimo di supporto perché si sono riportati semplicemente i dati pubblicati dal Comune. Era solo dovuta al panico pre elettorale. Bisognava giustificare il buco dando la colpa a qualcuno. Tant’è che a buona parte dei cittadini non gliene frega niente se il Comune potesse essere in difficoltà economica, avendo poi votato con ampia maggioranza per Mozzo.

Ma la cosa divertente è che il Grappiglia pubblica la “fenomenale” notizia anche sulla pagina fb gestita da Lory Loredana Martucci, quella per intenderci che ci ha querelati perché in un articolo sul nostro blog definimmo anni fa il suo comportamento nei nostri confronti “mafioso”. La sentenza è prevista a settembre. Ma stante il dibattito avvenuto durante il processo e le prove da noi presentate a dimostrazione delle diffamazioni e minacce ricevute allo scopo di difendere gli interessi personali, il dubbio ha attanagliato la Martucci.
Tant’è che il commento che fa allo scritto pubblicato da Grappiglia è:
“Ho aspettato a commentare. In procura di querele ne sono arrivate, ma tra:
“Il fatto non costituisce reato”
“Linguaggio colorito”
“Diritto di critica”
“Tenuità del fatti”
la persona in questione ha avuto sempre vittoria, o non colpevolezza”.

Mai ci saremmo aspettati dalla Martucci un simile riconoscimento di vittoria sulle querele. Grappiglia forse dovrebbe imparare con il suo amico Colosso e chiedere consiglio alla Martucci.

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IL BILANCIO FANTASMA DI MATTEO MOZZO E DEL SUO “SOCIO” ENZO COLOSSO A MAROSTICA

Sembra incredibile, ma è proprio così. Dopo la pagliacciata della pseudo denuncia, sinonimo di panico per la nostra scoperta, per aver affermato l’esistenza del buco di bilancio nel conto economico del Comune nel 2022, ecco che vinte le elezioni grazie ad una marea di allocchì, creduloni del motto “fatti non chiacchiere”, tutto tace. Ed i fatti reali sono l’arrivo dei bollettini da pagate per l’Imu e la Tari.

Eppure tutte le associazioni, i club, gli enti vari, le società sotto varia forma presentano il bilancio consuntivo e preventivo e lo discutono con gli associati o i soci.

Invece il bilancio del Comune di Marostica resta un mistero. Non c’è alcuna presentazione ne’ un quadro sintetico di ripartizione di spesa. Il bilancio di un Comune dovrebbe essere la prima comunicazione da fare ai cittadini. Perché si è bravi se si gestiscono bene i soldi.

Il Colosso invece tace e nasconde uno striminzito conto economico 2022 nella relazione di fine mandato del Sindaco. Ovviamente come abbiamo già detto conto economico con un bel buco di -927.236,7 euro se si fanno le dovute rettifiche con ricavi e costi di competenza del periodo.

Ed il fatto grave anche è che l’opposizione con capo Santini tace inebetita dallo slogan elettorale “si cambia insieme”. Ma si cambia insieme discutendo e decidendo l’utilizzo delle risorse. Altrimenti ci si aggrega al paese del bengodi promesso da Mozzo avviandosi verso il precipizio gestionale. Basta vedere la storia del ristorante del Castello Superiore.
Ci scusiamo con chi ci legge del nostro pessimismo, ma non crediamo affatto alle formule magiche e segrete del bilancio di Colosso, perché siamo sempre stati persone di numeri, di gestione con i piedi per terra.

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MAROSTICA HA COSTRUITO IL “MITO” DELLA PARTITA A SCACCHI, COME VENEZIA HA COSTRUITO I SUOI. GRAZIE AI PROBI MAROSTICENSI DEL SECOLO SCORSO

Fare una Partita a Scacchi vivente sulla Piazza a Marostica sembrava nel 1923 una goliardata. Invece grazie ad un gruppo di intelligenti ed orgogliosi cittadini di Marostica, raggruppati attorno alla locale Pro Loco, si è creato nei successivi primi anni ‘50 il “mito” della Partita a Scacchi, grazie anche all’apporto determinante dell’artista Vucetich, che ne ha scritto ed ambientato la storia.
Ma cosa è un “mito”? “Il mito non è una spiegazione che soddisfi un interesse scientifico, ma la resurrezione in forma di narrazione di una realtà primigenia, che viene raccontata per soddisfare profondi bisogni religiosi, esigenze morali, esso esprime , stimola e codifica la credenza; salvaguardia e rafforza la moralità; garantisce l’efficienza del rito e contiene regole pratiche per la condotta dell’uomo. Il mito è dunque un ingrediente vitale della civiltà umana; non una favola inutile, ma forza attiva costruita nel tempo”.

E questo mito della Partita a Scacchi è ripreso direttamente dalla tradizione veneziana. Basta pensare al mito di San Marco e del leone, ben ripreso nel testo della Partita. San Marco è apostolo ma soprattutto evangelista, braccio destro di San Pietro. È rappresentato dal Leone come simbolo della Resurrezione di Cristo. Nell’828 le reliquie di San Marco vengono portate a Venezia e l’evangelista diventa il protettore di Venezia. Si costruisce il “mito” del patrono di Venezia.

Ecco quindi una lettura reale e di estrema potenzialità di narrazione della Partita a Scacchi direttamente collegata a Venezia. Una piccola cittadina fortificata nel medioevo crea un mito per coinvolgere in modo forte i propri concittadini e con orgoglio presentare la propria storia. Ed il mito è così reale che ha un grande successo e notorietà. Ovviamente sta ai cittadini di Marostica mantenere e rafforzare la Partita a Scacchi, evitando confusione e litigi su chi è o è stato più bravo. Ma bisogna invece mantenere il livello culturale dei probi cittadini degli anni ’50.
Il prosecco invece ha una storia recente ed al momento non ha alcun mito se non la triste realtà che le api non sopravvivono nelle zone delle viti per i troppi pesticidi usati. E chissà quanti ne beviamo.

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DIEGO BLUE CHIMINELLO CHIEDE IL NOSTRO PIANO “B” PER IL CASTELLO SUPERIORE DI MAROSTICA, DOPO IL FALLIMENTO CONTINUO DELL’APPALTO PER IL RISTORANTE

Il Chiminello finalmente si è illuminato dopo continue, inutili e sterili polemiche su ciò che scriviamo. Infatti commenta il nostro articolo: “Esprima le sue idee, se le ha, proponga il piano B, se lo ha. Divulghi il suo sapere e le sue conoscenze . Grazie”.
Finalmente ha capito che dietro un nostro commento ci sono delle valutazioni. Particolarmente se si tratta di business, di cui abbiamo avuto lunga esperienza.

Sulla destinazione del ristorante, o meglio dello spazio disponibile al Castello Superiore alcune idee le abbiamo. Infatti ci sembra inutile continuare a prorogare l’appalto per il ristorante per trovare l’allocco che sborsi 72.000 euro all’anno per una attività tutta da ricostruire. E le responsabilità della assurda ed anti economica situazione sono chiaramente delle amministrazioni Dalla Valle e Mozzo. Ma tanto loro non pagano mai.

Ragioniamo in modo diverso. Diciamo no al ristorante, con una situazione di mercato abbastanza satura. Cosa si potrebbe fare? Quale può essere il Pano B? L’idea che ci è venuta è il Piano Bar. In senso ampio ovviamente. Cioè destinare lo spazio del Castello Superiore alla musica. Particolare concorrenza non ne vediamo in giro. Potrebbero inoltre essere valorizzati dei giovani, che potrebbero anche gestire la struttura. Ovvio che occorre ora un gruppo di lavoro che formalizzi un simile progetto.

Ma a cosa servono anche il Rotary, il Lions, la Fondazione Volksbank, la Pro Marostica? Potrebbero essere loro a formalizzare un piano di fattibilità su indicazione del Comune incapace con i suoi burocrati sclerotizzati e politici senza competenze a pensare in modo dinamico ed imprenditoriale. Noi siamo disponibili in base alle nostre competenze, senza alcuna polemica o ricompensa professionale.

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SENZA SOLUZIONE IL BANDO PER L’AFFITTO DEL RISTORANTE DEL CASTELLO SUPERIORE. ALTRA PROROGA DEL BANDO AL 18/07/2023. UN ERRORE COLOSSALE DEL COMUNE DI MAROSTICA

Il canone annuo a base della gara è di 72.000 euro all’anno per dieci anni. Ma le prospettive di trovare un gestore che voglia entrare nel business sono difficili perché per ripartire occorrono ulteriori investimenti. E poi un ristorante fermo da oltre 5 anni deve ricostruire una clientela.
E non esiste un cosiddetto piano B. Che invece a questo punto è necessario. Occorre trovare delle alternative anche parziali. Non si può lasciare chiuso lo spazio del Castello Superiore. Sarebbe opportuno un serio ripensamento anche coinvolgendo la Pro Marostica e, per quel che può, la Confcommercio. Ma ci sono anche della realtà professionali come il Rotary ed il Lions, che potrebbero esprimere delle idee e un sostegno ad un progetto.
Possibile che a Marostica non ci siano le capacità e le competenze per risolvere il problema?

Invece si continua nella logica burocratica che non ha molto senso per risolvere il problema. Bandi su bandi in una cieca logica. E di errori nel passato ne sono stati fatti parecchi non considerando che si opera in un mercato ormai molto concorrenziale. Ma in questo momento il Mozzo pensa solo a trovare soldi su soldi, che non servono a niente se non c’è un reale e valido programma di gestibili investimenti. La propaganda elettorale per 5 anni è sospesa.

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LA PAGLIACCIATA DI ENZO COLOSSO DELLA DENUNCIA NEI NOSTRI CONFRONTI PER IL BUCO DI BILANCIO 2022, LO RENDE INCANDIDABILE AD ASSESSORE ESTERNO DEL COMUNE DI MAROSTICA

Il buco non è una nostra invenzione, ma sta nel Conto Economico 2022 pubblicato dal Comune di Marostica e nascosto nella relazione di fine mandato del Sindaco. Esattamente una perdita di esercizio di – 264.572,81 euro a cui però vanno aggiunti 662.663,89 euro dovuti a proventi straordinari e quindi la perdita totale è esattamente di – 927.236,7 euro. E chi scrive a scanso di equivoci si è diplomato in Organizzazione Aziendale Presso la Facoltà di ingegneria con tesi sull’analisi economico finanziaria. E rispetto al titolo di rag. di Colosso ci possiamo fregiare non solo del titolo di Dr. In quanto laureato ma anche, nello stile anglosassone, di Prof. In quanto abbiamo conseguito un titolo universitario specialistico dopo la laurea.
Quindi Colosso scrive solo puttanate ed il fine è chiaro. Lo scritto di annuncio della denuncia di Colosso appare il giovedì sera. Noi abbiamo subito risposto la mattina dopo. Ci siamo alzati alle 5 per scrivere. Ma c’era il terrore di Colosso che i giornali e le tv locali riprendessero la faccenda. Ma ormai non c’era più tempo di approfondire la questione avvicinandosi i giorni del silenzio elettorale. E i giornalisti sono rimasti zitti favorendo la pagliacciata di Colosso, forse anche per non essere dei contabili.

In pratica Colosso ha avuto un comportamento “banditesco” negando l’evidenza.

Che ritorni al suo paesello Natale a fare l’azzeccagarbugli e sparisca da una “nobile” Marostica.

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QUANDO FASCISTI E BRIGATISTI ROSSI UCCIDEVANO PER DISTRUGGERE LA DEMOCRAZIA IN ITALIA: C’ERO ANCH’IO

C’ero anch’io nel decennio più incredibile della Storia dell’Italia con inizio nel 1969 con la Strage fascista di Piazza Fontana, mascherata da anarchica. La famosa strategia della tensione pilotata dai servizi segreti italiani con quelli americani per impedire la democrazia nel nostro Paese e soprattutto che si verificasse l’incontro tra Democrazia Cristiana ed Partito Comunista.
Il delitto Moro diventa il modo per impedire l’entrata dei comunisti nel governo con Stati Uniti, ma anche l’Unione Sovietica contrari. Gli Stati Uniti per non perdere il controllo dell’Italia, l’Unione Sovietica per bloccare qualsiasi evoluzione democratica dei partiti comunisti dell’Occidente. Tant’è che Gotor rivela nel suo libro che la pistola che uccise Moro fu trovata a casa della figlia del più importante agente segreto italiano a servizio di Mosca, Giorgio Conforto, che fece poi arrestare Morucci e Faranda, due dei rapinatori di Moro a cui la figlia dava ospitalità.

Con poi le stragi fasciste di Brescia e Bologna e le connessioni con la mafia armata che supportava la strategia della tensione con dietro la loggia massonica P2 di Gelli, che raggruppava incredibilmente una buona parte della classe dirigente dei tempi. Per finire con l’abbattimento dell’aereo a Ustica e relativi morti, pensando che fosse l’aereo di Gheddafi, il leader libico.

Merito comunque anche dei governi di allora, con l’implicito appoggio dei comunisti, di tener fermo il timone della democrazia in Italia, facendo anche accordi segreti con i palestinesi per tener fuori l’Italia da ulteriori attentati.

Tutto questo è puntigliosamente documentato nel libro di Gotor, che ho recuperato in biblioteca a Marostica e letto con passione. Erano i miei anni vissuti sperando in una Italia più civile e democratica.

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ASSALTO ALLA CAREGA DELLA GIUNTA IN COMUNE A MAROSTICA. FUORI BERTOLIN E BERGAMO? MOZZO DEVE FARE I CONTI CON FDI

E c’è anche da sostituire la trombata dagli elettori Marialuisa Burei, una che mi stava simpatica e di un certo spessore culturale.

A questo punto inizia una nuova era per la giunta Mozzo: quella dei conti con Fratelli d’Italia, perché anche il Grapiglia e l’assistente di lavoro di Bucco, Ylenia Bianchin, sono stati strumentali per mettere il simbolo di FdI e si sono iscritti all’ultimo momento facendo fuori Scettro e Costa con l’aiuto determinante di FdI di Vicenza. Quindi non ci potrà non essere un ruolo importante di Fratelli d’Italia. Anche e soprattutto esterno alla giunta. FdI non si limiterà a cantare “Faccetta nera” e basta. O lasciare la Bianchin e Grapiglia camerieri di Mozzo.

La Lega da sola mai avrebbe vinto. Tant’è che i voti di FdI sono quelli senza preferenza e sono parecchi. Secondo una nostra elaborazione i voti senza preferenza sono pari a 2.611, mentre quelli con preferenza sono 1.618. La Lega mantenendo il 33% dei voti avrebbe 2.282 voti il resto, 1.947, andrebbe attribuito a Fratelli d’Italia raccolti con l’uso del simbolo. E sono il 29%, non bruscolini.

Certo dall’altra parte c’è solo Santini con i suoi moschettieri, gente che sembra professionalmente preparata e fedele al capo che possono dare veramente battaglia se vogliono. Spariti ovviamente Dalla Valle, Scettro, Costa e il poco significativo Capuzzo.

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LA CECITÀ DELLE PERSONE FA PERDERE IL SENSO DELLE COSE, SOPRATTUTTO IN POLITICA, A MAROSTICA

Ho sempre odiato essere etichettato. Ho le mie idee, la mia formazione ed i miei valori. Però non sono mai stato dogmatico. Sempre pronto alla prova dei fatti a ricredermi.
Ma così non è per molti marosticensi. Discutevo ieri al bar con una persona sul fatto che avevo votato Santini. Ma non ne condividevo l’impostazione elettorale esageratamente “volemose ben” e “porgo l’altra guancia dopo aver preso una sberla”. A parte che non era lui il candidato ideale in opposizione a Mozzo per raggiungere il 51%. Mozzo che avevo votato 5 anni fa come giovane capace di aprire le carte dei conti in Comune e spiegare la truffa dell’appalto del gas. E poi mica potevo votare l’alleanza Santini-Bertazzo!
Con mia grande delusione invece una volta al potere il Mozzo si è scordato tutte le promesse elettorali.
Invece per la persona con cui discutevo, siccome avevo votato Santini, dovevo essere d’accordo con lui. Inutile continuare a spiegare che non volevo perdere il mio diritto di voto e di fronte ad una scelta votavo il male minore, non essendo tra l’altro fesso di votare il Mozzo che mi aveva querelato ben tre volte sul diritto della mia libertà di opinione.

La morale è che la democrazia è un percorso difficile in cui spesso prevalgono manipolazioni, interessi e furbizie di cui la gente normale manco si accorge con anche stampa e tv silenziosa e al servizio del potere.

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SANTINI HA OTTENUTO IL MASSIMO CHE POTEVA. ERA PERÒ MEGLIO CANDIDARE UN ALTRO. MOZZO HA FATTO LA SOMMA DELLA DESTRA, ANCHE QUELLA NERA

La politica è una cosa diversa rispetto alla razionalità ed anche alla onesta’ intellettuale. E Santini con i suoi non l’ha capita. Occorreva avere o un candidato giovane che sapesse parlare e dialogare con potenzialità di maturare oppure un noto rappresentante del mondo culturale/imprenditoriale. Per vincere occorre sempre avere coraggio e prospettiva. Avevamo detto ironicamente che Santini era un politico “cotto e bollito”, ma che come persona era molto, molto meglio di Mozzo. Ma Mozzo ha vinto perché rappresenta quelle stesse persone che lo scorso anno mi dicevano di non rompere più i coglioni in assemblea alla Coop quando evidenziavo la mascherata perdita di bilancio. E quest’anno di fronte alla perdita di bilancio mi hanno chiesto scusa. Vedremo il futuro della seconda gestione del Comune da parte di Mozzo.
Nella mia vita ho sempre avuto il coraggio delle scelte non di inutili compromessi. E sono sempre stato sostenuto da mie personali esperienze e competenze. Quindi lasciamo lavorare il Mozzo con il massimo controllo. Noi controlleremo come abbiamo sempre fatto senza farci intimorire dalle solite querele temerarie, e che rida pure con i suoi compari Colosso e Bucco.

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