IN PIENA CRISI ENERGETICA “ILLUMINEMO EL CASTEO DE MAROSTEGA CHE XE BEO” CON 155.500 EURO

Siamo proprio in controtendenza ad ogni logica. Come si fa in tempi di forte risparmio energetico pensare di spendere 155.500 euro per il nuovo impianto di illuminazione del Castello Inferiore? È un investimento proprio necessario? Tra l’altro si stanno perdendo 80-90.000 euro all’anno per il mancato affitto del ristorante del Castello Superiore per mancata fine dei lavori e relativa assegnazione di gestione. Proprio una indecenza.

Il progetto di illuminazione rientra nei progetti del Distretto del Commercio che vede Nicola Minelli come figura di Manager.
Da considerare poi che non sono preventivati i costi di gestione e chi li pagherà. Perché appunto la corrente costa.

Insomma crediamo che altre siano le priorità per lo sviluppo del territorio, prima di tutto valorizzando una serie di iniziative interessanti come il mercatino dell’antiquariato oggi abbandonato, e non invece la continua organizzazione commerciale di fiere alimentari che rifilano “porcherie” di altre regioni.

La ditta Signify Italy SpA di Milano con 85.000 euro fornirà gli apparecchi di illuminazione. Insomma la Lega di Marostica a questo punto sarà sempre più “illuminata” per le ormai prossime elezioni.

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MARICA DALLA VALLE, SIMONE MATTESCO, SERENA VIVIAN, SERGIO FANTIN, ANTONIO CAPUZZO E LORIS MARCHIORATO CON ROBERTA DI COMO SONO IGNORANTI, ARROGANTI O FASCISTI?

Stavamo guardando la documentazione sulla querela pervenutaci da Marica Dalla Valle sulla vicenda dell’appalto “truccato” del gas, avendo la riunione in Tribunale, dopo ben cinque anni di attesa, ai primi di aprile, quando scopriamo il verbale di deliberazione della Giunta Comunale di Marostica del 26/01/2017 appositamente riunita per esaminare le nostre opinioni. Partecipa anche il Segretario Generale Roberta Di Como. Pensavamo fosse stata, una simile iniziativa, esclusiva del Mozzo &C. Invece….
“Preso atto:
⁃ che, da tempo, si è riscontrata la presenza sistematica e ripetutamente determinati mezzi di comunicazione in line c.d. social di messaggi denigratori dell’operato amministrativo svolto da diversi uffici comunali dove sono incardinati altrettanti dipendenti;”

“Ritenuto inoltre ancora sottolineare e rimarcare che il reato ipotizzato a carico del querelando, è una condotta criminosa d’opinione posta in essere in danno dell’ente nel suo complesso, vista la durata temporale, l’ampiezza e la sistematica pervicacia per cui il querelando attribuisce comportamenti attivi od omissivi di notevolissima gravità ad uffici e singoli dipendenti, che – si ribadisce – sono parte immedesimata, integrante ed organica dell’ente, al punto che si individua facilmente il nesso di causalità fra attività funzionare e fatti assunti a base della querela: nesso eziologico fondamentale per legittimare un’azione complessiva a carico e tutela dell’ente e non a carico e tutela del singolo dipendente come persona.

Ribadito che si rende necessario, a tale fine, procedere alla nomina di un legale che attivi ogni azione necessaria”.

Come è finita la querela è ormai storia passata. Il Mozzo & C. hanno dato continuità alla iniziativa appunto di querela per nostra “condotta criminosa” e con sentenza definitiva il Tribunale ha semplicemente affermato la nostra piena libertà di critica ed opinione su fatti certi in base all’art. 21 della Costituzione. E questi sarebbero i personaggi che volevano e vogliono governare Marostica? Ma dai….

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LEZIONE DI STORIA – VERGOGNA: VENDUTA UNA TORRE DELLE MURA DI MAROSTICA ED IL COMUNE NON INTERVIENE. SOLO INUTILI CHIACCHIERE.

di Mario Scuro

Dalle secrete stanze dell’Amministrazione “trasparente” è trapelata solo in questi giorni la notizia sconvolgente della vendita da privato a privato della Torre B, avvenuta due anni or sono.
Sconvolgente: a) per il silenzio-assenso del nostro Comune; b) poiché il fatto impedisce la realizzazione del promesso “cammino di ronda” nel quadrante Sud-Ovest della cinta.

Il fatto. È sempre aperto il discorso sulla proprietà della cinta scaligera.
Fino al tramonto della Repubblica di Venezia non ci furono storie sulla proprietà “statale”. Con l’avvento della dominazione austriaca e con la monarchia sabauda, i privati occuparono prima, rivendicarono poi la loro proprietà su parecchie torri. Attualmente la “rivendicazione” investe 12 delle 20 torricelle.
Negli ultimi decenni, a partire dal restauro iniziato nel 1982, non si è mai voluto definire il discorso “proprietà”; nonostante la promozione di convegni e mostre (rilevanti quello della Regione Veneto – Italia Nostra – Città murate del Veneto 1988 e quello che organizzai nel 2014 con l’intervento di Ugo Soragni) e milioni di euro di investimenti “parziali”.
Il Demanio “proprietario delle mura” ha pensato bene di cedere l’ingombrante fardello al “Comune di Marostica”. Però a determinate condizioni, delle quali attendiamo reale riscontro consequenziale.
Marostica – l’abbiamo rimarcato più volte – è agevolata dal Decreto Soragni 2012 (Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2012), che indica precise forme di intervento per il suo “Rinascimento” e la possibilità di copertura finanziaria con i fondi strutturali europei e regionali. L’Amministrazione comunale non ha mai voluto affrontare il “progetto globale”, preferendo spendere in rivoli estemporanei i contributi e i soldi dei cittadini, con il risultato che la cinta presenta oggi un aspetto “arlecchino”, come ci fanno notare studiosi e turisti attenti.
La vicina Cittadella, con i proventi della vendita dei biglietti di accesso al cammino di ronda (24.000 in un anno), è in grado di sostenere le spese di intervento e di promozione della cinta.
Durante l’Amministrazione Dalla Valle, i proprietari della Torre B tentarono di vendere il torresino per 300.000 euro (cfr. Tecnocasa: “Casa indipendente. 380 mq ca. Marostica. Torretta di valore storico integrata nelle mura del centro. Suggestiva vista del Castello Superiore” – foto). Avvertiti, riuscimmo a bloccare l’operazione.
Nel 2020 Carlo e Annabella Stropparo hanno nuovamente messo sul mercato la Torre B per 200.000 euro. L’Amministrazione comunale di Marostica, avvertita dal Demanio, ha rinunciato alla possibilità di prelazione, che avrebbe posto fine a strascichi giudiziari di rivendicazione di proprietà e aperto la strada alla realizzazione del cammino di ronda. La ditta MBM srl ha acquistato la torre. Dai vicini mi è giunta notizia del rumore di martelli pneumatici per interventi edilizi sul fortilizio (autorizzati?). In effetti, ciò è possibile a Marostica, poiché – nonostante i proclami pubblici dell’assessore al Turismo – le torri al piano non sono frequentabili, a causa delle barriere create dal privato con muri, reti, portoni, sottopassi.

La critica. Non ci sono soldi, fa presente l’Amministrazione comunale. Però, a Porta Breganze si sta facendo il quarto intervento, con una spesa finale, che sarebbe stata più contenuta qualora si avesse approntato il citato “progetto globale”.
In ogni caso, per la Torre B il Comune poteva assumere un mutuo per non perderla. Sarà ora impossibile realizzare il progetto affidato all’Università di Bologna (altri “schei”!) per congiungere, in piano, Porta Breganze al Castello Inferiore. È impensabile che il privato “proprietario” permetta l’ingresso del turista in casa “propria” per l’attraversamento, come suggerito da qualche amministratore.
La salita al Castello Superiore – l’abbiamo già detto – risulta impegnativa. I gradini (mi sono confrontato con la Compagnia delle Mura: Giorgio Bittante, con il quale più volte, nel passato ho effettuato il percorso) sono effettivamente 412, con diversa alzata, inframezzati da piani inclinati e dal saliscendi delle scale delle torri.

MA PUTIN NON È DA SOLO. LA RESPONSABILITÀ È ANCHE DI CHI LO HA AIZZATO

Noi siamo sempre stati pacifisti. Non abbiamo mai sparato anche da militare che avevamo cercato di evitare con il sevizio civile. Dovevamo partire per il Cile ad insegnare per tre anni all’Università, ma c’è stato l’assassinio di Allende e l’arrivo dei sanguinari ed assassini militari ovviamente appoggiati dagli Usa. Quindi abbiamo rinunciato.
La logica di Putin è sempre stata chiara: non vuole la Nato ai confini della Russia e riportare le regioni dell’Ucraina a maggioranza russo sotto di lui. E l’Occidente si è buttato ad aggregare alla Nato tutti paesi ex socialisti, che un po’ di rancore contro i russi senza dubbio lo avevano. Era chiaro che il patto non scritto, ma detto, con Gorbaciov era di mantenere la neutralità dei paesi ex sovietici. Invece allegramente avanti con la Nato per far incazzare sempre più Putin & Company e circondarlo. Ed adesso avanti con l’invio di armi all’Ucraina per ammazzare ancora più gente. Alle manifestazioni per la pace anche a Marostica il primo slogan dovrebbe essere NO ARMI. Perché sono le armi che uccidono. Gli ucraini dovrebbero imparare dal pacifismo di Gandhi o di Gino Strada perché le proteste pacifiche sono l’arma più potente contro qualsiasi nemico.

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DAI BILANCI 2020 GIÙ L’ABBIGLIAMENTO ED I PRODOTTI IN METALLO. SOLO BOTTEGA VENETA INCREDIBILMENTE FA PIÙ 19,19% ARRIVANDO 806 MILIONI DI EURO

“Bottega Veneta è un’azienda italiana operante nel settore dei beni di lusso e rinomata per i suoi prodotti in pelle; possiede un atelier situato in una villa settecentesca a Montebello Vicentino, ha sede a Lugano, in Svizzera, e uffici italiani a Milano e Vicenza.
Bottega Veneta viene fondata nel 1966 a Vicenza in Veneto, da Michele Taddei e Renzo Zengiaro. Nel 2001, Bottega Veneta viene acquisita da parte del Gruppo Gucci. Bartolomeo Rongone è il A.D. di Bottega Veneta da settembre 2019 e Matthieu Blazy il direttore creativo da novembre 2021. Nel 2019, Bottega Veneta ha gestito 268 negozi per 3.754 dipendenti. Bottega Veneta fa parte del gruppo di lusso Kering”.

Nel 2020 il fatturato registra appunto un aumento a 806 milioni con una redditività sulle vendite del 19,84%. Il Roe, ciò la redditività sul capitale, risulta ancora più elevata pari al 33,33%.

Diesel invece è a meno 19,68% con un fatturato di 407 milioni e utile 2,91%, mentre F.li Campagnolo è a 148 milioni con un meno 8,86% rispetto al 2019, con un utile del 7,18%.

In pratica lusso e sportivo tengono di più che altri comparti.

Se passiamo al metalmeccanico Afv Acciaierie Beltrame ha 435 milioni con un meno 11,6% sempre rispetto al 2019 e utile del 3,27%, Baxi 263 milioni con un meno 8,07% e utile del 3,64%, Vitec Imaging Solution 137 milioni con un meno 18,74% e utile del 0,92%, mentre Mevis, con presidente e amministratore delegato Federico Visentin che è anche presidente Cuoa e Federmeccanica nazionale, quasi si salva con un meno 6,59% su un fatturato di 59 milioni e utile del 5,50%.

Quindi possiamo dire che il 2020 ha portato notevoli differenziazioni tra le aziende che registrano tra loro forti scostamenti nella crescita. Tutte però tengono sotto il profilo della redditività.

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PUBBLICATI I BILANCI 2020. FATTURATI: SU FAMILA, PRIX, BATTOCCHIO, COOP MAROSTICA, PEDON, RIGONI. STABILE PIZZATO, GIÙ VIMAR E DAINESE. MA L’UTILE RIMANE

Le prime 500 aziende vicentine hanno perso nel 2020 in media il 7% del fatturato rispetto al 2019. Quelle in diminuzione sono 336 mentre 164 sono in aumento. In genere però hanno mantenuto la redditività, dimostrando una notevole capacità di adattamento.

Quelle che più crescono sono le aziende nell’alimentare. Caso eclatante Prix che cresce del 14,11% con utile netto del 4,19%. Unicom Famila del 5,80% con utile del 2,58%. Battocchio dell’1,2% con una ottima redditività pari al 5,14%. Coop Consumatori Marostica del 5,91% con utile del 2,14%.
Interessante il risultato di Pedon che cresce dell’11,43% a 90 milioni con una buona redditività pari al 5,20%. Rigoni arriva a 126 milioni (+10,53%) con utile del 9,90%.

Vimar con i suoi prodotti risente della pandemia e diminuisce il fatturato dell’11,76% portandolo a 205 milioni, mantenendo però una ottima redditività pari al 20,09%. Pizzato invece resta con il suo fatturato dell’anno precedente di 44 milioni con una elevata redditività pari al 26,97%. La redditività va comunque vista non solo sulle vendite, ma soprattutto, per le aziende con elevati investimenti, sul capitale proprio che nel caso di Pizzato è del 6,20%. Per Vimar è del 9,19%.
Infine Dainese perde il 14,6% di fatturato che si ferma a 159 milioni con un utile sulle vendite di 5,39%.

Riteniamo che i risultati di bilancio del 2020 siano significativi delle capacità imprenditoriali e manageriali delle aziende intorno a Marostica a navigare in situazioni nuove e problematiche. La sorpresa comunque di quest’anno saranno i riflessi della guerra in corso tra Russia ed Ucraina. Governare un’azienda richiede sempre più coraggio, capacità e competenze.

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YLENIA BIANCHIN, SENZA ESPERIENZA DI COMUNICAZIONE, SPARA “MONATE”SULLA LETTURA E DIFFUSIONE DI CULTURA MAROSTICA

Siamo rimasti letteralmente allibiti quando l’assessore Bianchin delegata del Sindaco a partecipare alla Consulta delle Associazioni alla domanda del perché non venisse più spedita a casa dei marosticensi la rivista Cultura Marostica, ha risposto: “ Perché troppe copie vanno in discarica”. Ma come fa a dire una cosa del genere? Ha fatto una verifica personale? Intanto si sa bene che tutto quello che generalmente si riceve a casa viene sfogliato da qualcuno. La faccenda si chiama direct marketing ed è più efficace della comunicazione tv. Quindi niente viene gettato via subito. Può poi finire nelle immondizie perché non meritevole di conservazione o approfondimento.
Eventualmente se la rivista non è letta vanno ricercate le motivazioni e non certo mettendola su internet si risolve il problema di lettura. È semplicemente ridicolo. Certo il Comune risparmia le spese per la carta, stampandone poche copie, e le spese di spedizione postale. Ma si perde completamente l’obiettivo di avere una bella rivista culturale espressione dell’attività locale ed anche biglietto da visita per chi vuol conoscere la Marostica “culturale”.

Il problema è che Cultura Marostica deve innanzitutto essere una bella rivista. Sappiamo che non era apprezzata perché fatta male come scritti e grafica. Non può essere un bollettino parrocchiale. Proprio l’ultimo numero non diffuso per posta, invece è fatto abbastanza bene, dopo tanto tempo. Si intravvede un format, una grafica, un vero percorso culturale. In fin dei conti basta che ci siano le persone giuste e con un minimo di professionalità. Abbiamo l’esempio di una rivista culturale locale ben fatta come BassanoNews, che tra l’altro vive solo di pubblicità.

E la diffusione su internet serve soprattutto per chi vuol conoscere Marostica entrando nel portale della nostra città. Ed il link deve essere sulla pagina principale non nella marea di altre informazioni interne, come è stato fatto.

Tutte cose che la Bianchin non conosce perché di media proprio non sa nulla se non le chiacchiere. È proprio un problema di competenze e professionalità.

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ALLELUIA AL CEMENTO. LA FERMATA DEL BUS DI MAROSTICA È APPALTATA PER 253.844,49 EURO

Finalmente si costruisce ancora eliminando il bel parco con parcheggio vicino alla scuola media e ci sarà la nuova avveniristica stazione del bus voluta da tutta la Lega di Marostica contro la volontà della maggioranza dei cittadini rappresentati però in minoranza in Consiglio Comunale per le solite beghe di paese. Finalmente Mozzo è riuscito nel suo intento di fare qualcosa contro ogni logica dopo aver cercato di vendere in modo ridicolo la piscina con un colpo di mano e essersi visto bocciato dalla Sovrintendenza il “minareto” ascensore al Castello Superiore. Veramente una concezione superlativa della gestione dei beni comuni!
La fermata del bus sarà uno dei punti forti della prossima campagna elettorale dimostrando come la Lega “ami” il cemento. Vedremo come la penseranno i cittadini di Marostica.

Noi, come la maggior parte dei cittadini, avremmo utilizzato la “storica” Stazione con bar, punto informativo e servizi annessi. È un bel biglietto da visita non solo per i turisti, ma per tutti i marosticensi che amano valorizzare la loro città con i suoi punti storici tradizionali.

La ditta vincitrice dell’appalto è la Consultecno S.r.l. di Sandrigo, che si darà da fare quanto prima.

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LA CUCCAGNA DEL PNRR. UNA SCUOLA DA 1.600.000 A VALLONARA, FRAZIONE DI MAROSTICA

È proprio così. Nero su bianco nella approvazione dello studio di fattibilità tecnico-economica della nuova scuola primaria da parte della Giunta Comunale.

Ma si tratta di una scuola “Montessoriana” dove usciranno bambini “eletti” dal punto di vista del processo educativo adottato. Almeno così dovrebbe essere nelle intenzioni.

“Il metodo Montessori è un sistema educativo sviluppato dalla pedagogista Maria Montessori, praticato in circa 60.000 scuole in tutto il mondo (con maggiore concentrazione negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito), al servizio dei bambini e ragazzi compresi nella fascia di età dalla nascita fino a diciotto anni.
La pedagogia montessoriana si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo (entro limiti codificati) e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino, mirando a sviluppare una sorta di «educazione cosmica», cioè un senso di responsabilità e di consapevolezza verso la rete di relazioni che collega ogni entità microcosmica al contesto generale macrocosmico”.

L’idea a dir la verità ci affascina e vorremmo anche noi iscriverci, ma ci rendiamo conto che sia troppo tardi.
Comunque paga tutto Cucù con la Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) – Investimento 1.1 (Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione di edifici).

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IL CURRICULUM DI CARLO BRAMEZZA, DIRETTORE GENERALE DELLA ULSS 7, CON IL PATRIMONIO PERSONALE IN LIQUIDAZIONE PER 11 MILIONI DI FIDEIUSSIONI, CI LASCIA PERPLESSI

La vicenda di Carlo Bramezza che per le fideiussioni prestate si è mangiato tutto il patrimonio personale, ci ha incuriosito. E siccome noi siamo per l’opportuno curriculum dei manager, siamo andati a vedere quello di Bramezza.

Nato a Treviso nel 1967, si laurea in legge nel 1993 a Bologna, poi fa pratica notarile per iscriversi all’Albo dei procuratori legali nel 1997.
Dal 2000 al 2012 e’ segretario del direttore di varie case di riposo, soprattutto in provincia di Treviso. Poi il grande salto. Dal 2013 viene nominato da Zaia Direttore Generale dell’Ulss 10 “Veneto Orientale”. Vi resta fino al 2021 per approdare all’Ulss 7 di Bassano-Schio.

Quello che francamente stupisce nel curriculum di Bramezza è l’assenza di qualsiasi corso di formazione nell’ambito della gestione socio-sanitaria. Come se la sua azione fosse ispirata dal Signore. Noi che siamo un dirigente, oggi pensionato, continuavamo a fare corsi per tenerci aggiornati. Ed anche oggi partecipiamo ad iniziative organizzate dall’associazione Alumni Cuoa su argomenti che trattiamo nel nostro blog. Addirittura poi da oltre 25 anni esiste un istituto solo per dirigenti, il CFMT (Centro di Formazione Manager del Terziario) contrattualmente gratuito per la formazione continua. Perché l’aggiornamento salva la professionalità (e la “carega”) del manager.
Di una attività di formazione continua invece non vediamo traccia nel curriculum di Carlo Bramezza restando la sua formazione prettamente giuridica.

Al posto di Zaia mai avremmo nominato a direttore generale dell’Ulss una persona che ha fatto solo il segretario del direttore di Case di Riposo. Evidentemente la politica ragiona in altro senso, ma il mercato che si confronta sempre con i “schei” non perdona. Se non conosci alla fine cadi.

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