Da ragazzino andavo in vacanza in un paesetto in Trentino, dove viveva anche un vecchio zio un po’ strano. Sarà perché durante l’ultima guerra si era beccato la malaria in Sardegna e non era mai veramente guarito. E si consolava con qualche bicchiere di vino di troppo. Ma era simpatico perché per dimostrare una cultura che non aveva, faceva dei discorsi pieni di “paroloni”, che nel contesto non dicevano niente. E sorrideva felice.
Ecco che leggendo il “discorso” di Simone Bucco sulla mostra della Partita a Scacchi il ricordo del vecchio zio è stato immediato. Che cosa vuol dire “rilettura trasversale della Partita a Scacchi?” E poi “L’obiettivo è di evidenziarne l’universalita’ (ndr..sic!), la capacità metaforica (ndr..metaforica de che?)…la macchina scenico-culturale, capace allo stesso tempo di rappresentare il mondo e l’etica di una città”. Ma di quale città farnetica il Bucco? Si tratta forse del Vaticano?
Insomma è un discorso delirante di chi senza una seria preparazione culturale usa le parole per alla fine dire baggianate. Certo ora tutta Marostica ride.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica