DUCCIO DINALE PRESIDENTE DELLA COMPAGNIA DELLE MURA. MA LA DONAZIONE DELLE MURA DALLO STATO AL COMUNE DI MAROSTICA NON È VANTAGGIOSA, SOLO IMPEGNATIVA. ESISTONO LE CAPACITÀ DI GESTIONE?

di Mario Scuro

Dopo la prematura scomparsa dell’impegnato presidente Alberto Dinale, la “Compagnia delle Mura” serra le fila con l’assemblea generale dei soci e degli operatori, durante la quale è eletto il nuovo presidente nella figura dell’architetto Duccio Dinale e viene rinnovato l’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico della Città. Alla numerosa presenza in sala, ha fatto, purtroppo, riscontro l’assenza del Sindaco e della “Pro Marostica”. Si è intervenuti, con ampia e documentata relazione, sul recente epocale evento della donazione delle mura scaligere alla Città da parte dello Stato (Agenzia del Demanio).
Evento non noto alla maggioranza dei cittadini, in quanto non partecipato con il necessario confronto democratico, dovuto per l’assenza del progetto in parola dallo scheletrico (46 righe-capoverso) programma elettorale 2018 votato dagli elettori.
In sostanza, lo Stato Italiano (delega al Demanio) ha ceduto al Comune di Marostica “a titolo gratuito il complesso immobiliare denominato Mura Scaligere di Marostica”.
Ora, se da un lato la notizia può inorgoglire i Marosticani (ritornati, finalmente, nella proprietà delle loro mura), dall’altro crea un problema non indifferente per la Città. Problema che i cittadini devono conoscere per l’impegno progettuale e finanziario che d’ora in avanti dovranno sostenere come Comunità (una comunità, si badi bene, di appena 14.000 abitanti!).
A tale proposito, il protocollo d’intesa fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Comune di Marostica è molto chiaro e vincolante nel definire “le strategie e gli obiettivi di tutela e valorizzazione da perseguire attraverso l’attuazione del ‘Programma di valorizzazione’ allegato” (art.2).
Programma che prevede “costante monitoraggio dello stato di conservazione e manutenzione ordinaria del parametro murario”; “promozione/organizzazione/finanziamento di attività culturali volte all’accrescimento della conoscenza e della valorizzazione del compendio in parola”; “istituzione di appositi corsi di formazione di personale addetto, da impiegare quale accompagnatore nelle visite lungo il camminamento di ronda (percorso in quota)”. Per quest’ultimo sono previste “specifiche forme di realizzazione e di sicurezza e garanzia per l’apertura al pubblico”; nonché “la realizzazione di punti di accesso e di discesa”.
L’art.3 prevede che i proventi dei biglietti di accesso dovranno essere “reinvestiti per interventi di manutenzione e restauro sui beni trasferiti” (nota: “trasferiti”, non “ceduti”).
L’art.4 rafforza i concetti e gli obblighi espressi, indicando corollari storici e ambientali, poiché “Marostica è stata inserita negli itinerari turistici”; obbliga l’Amministrazione ad assumere impegni per “l’antisismico e per ogni tipo di pericolo derivante da incendi, furti, vandalismi, mancata manutenzione”; prescrive norme per “l’illuminazione e gli elementi di arredo; la manutenzione del Parco Salin e del Sentiero dei Carmini”.
Infine, la Soprintendenza “tutela l’esecutività di ogni aspetto di quanto concordato” e “il Comune di Marostica (Vicenza) provvederà a trasmettere, entro il 31 dicembre di ogni anno, una dettagliata relazione, che illustri lo stato di avanzamento degli interventi, di conservazione e di fruizione del bene”.

A questo punto, è lecito porsi la domanda: – Riusciranno gli attuali giovani Amministratori (molti dei quali dimostrano di non conoscere la ‘storia delle mura’ e la vigenza del ‘Decreto Soragni 2012’ (Gazzetta Ufficiale n.59 del 6 marzo 2012 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico del centro storico della città di Marostica”) ad osservare quanto tassativamente previsto dall’accordo? Stando a quanto si osserva in questi giorni, è legittimo avanzare dubbi; anche perché gli stessi Amministratori, per far quadrare il bilancio e coprirne i buchi, hanno valutato le mura (che non sono monetizzabili, quindi senza alcun valore reale) 6 milioni di euro.