SONO GLI AMMINISTRATORI LEGHISTI CHE DEVONO ILLUMINARSI A MAROSTICA. NON IL CASTELLO!

Ci risiamo. Al progetto di continuità innovativa del già programmato, l’attuale Amministrazione preferisce indebitare ulteriormente le casse comunali con un progetto ex-novo; per di più, ancora una volta, parziale, non collocato in una visuale unitaria del centro storico, come regolamentato dal “Decreto Soragni 2012” (Gazzetta Ufficiale 6 marzo 2012). Trattasi del progetto di illuminazione del Castello Inferiore (già illuminato) con una spesa di 157.500 euro.
Ora – sempre nei polverosi cassetti dell’Urbanistica – giace da anni il progetto “Piano di illuminazione della Comune [francesismo] di Marostica”, 1998, atelier Jéol di Parigi.
Rolando Jéol propone per il nostro centro storico un piano onnicomprensivo della città scaligera (non il solito – ora ripetuto – intervento parziale).
L’architetto francese – dopo un accurato studio ambientale e storico, sviluppato con i suoi collaboratori, sostiene di “creare una nuova identità simbolica della Città di Marostica”, suscitando l’emozione e l’immagine, invitando ad approfondire la conoscenza storica, creando una dinamica notturna, rassicurando il passante.
Afferma: “La luce costituisce una sorta di filo conduttore all’interno della Città, attraverso il percorso luminoso notturno; consente la lettura della Città in modo sia puntuale: le sue strade, i suoi quartieri, le sue piazze, sia generale, ovvero considerando la città come un tutt’uno: il suo territorio, i suoi paesaggi, le sue mura, sia come formata da una serie di punti che la caratterizzano”.
In sostanza, per un intervento davvero migliorativo, dovremmo tener presente il “continuum” che caratterizza l’aggregazione e la vita della Comunità, la peculiarità ambientale e l’evoluzione storica di Marostica, che “non vanno trattate come un agglomerato urbano qualsiasi”.
Il progetto è illustrato da numerose tavole.
Anche questo piano finanziariamente è costato parecchio. Ha, però, il pregio di non parcellizzare gli interventi, con il rischio di creare un risultato “arlecchino” (come avvenuto per la cinta, le torri, i castelli, in 35 anni di lavoro – 1982-2017 – con decine di cantieri, diverse interpretazioni della dottrina del restauro, spese esorbitanti; ad esempio, quella per i tre diversi rifacimenti consecutivamente operati sul medesimo tratto di mura a nord di Porta Breganze).
Di conseguenza, l’invito al sovrintendente Vincenzo Tiné e al ministro Dario Franceschini di “imporre” quanto dettato da un decreto nazionale, che Marostica – bandiera arancione – non sembra tener nel debito conto (cfr. Valdibotte, Strada Castello, Area Azzolin, Area Castello Superiore, torre B, verde, antenne, coperture, pavimentazione, …).
La democrazia comporta il confronto con i concittadini. Quel confronto sul programma 2018-23 risultato finora una pia intenzione, stesa su un paio di paginette. Gli Amministratori devono rispondere personalmente delle spese effettuate per conto dei concittadini.
Ovviamente, il progetto Jéol (aggiornato) non potrà essere realizzato “subito” (ma a stralci). L’importante è sottolineare che esso segue una logica e una finalità esaustive, superanti il procedere a vista degli attuali Amministratori.