Noi riteniamo che l’unica istituzione culturale seria a Marostica sia la Biblioteca con la Consulta delle Associazioni. E qualsiasi iniziativa culturale a Marostica dovrebbe trovare riferimento e collaborazione in essa. Anche per il semplice motivo che se si presenta un libro sembra ovvio che la Biblioteca dovrebbe offrirne poi la sua lettura. Sappiamo però che in questi anni la Biblioteca è stata “preda” della locale politica e che la gestione con una cooperativa è un insulto al prof. Consolaro, creatore della moderna Biblioteca di Marostica. Ma d’altra parte con un assessore alla Cultura come il perito vitivinicolo Matteo Mozzo c’è poco da sperare per un cambiamento.
Ma il Bucco ovviamente sente la sua inferiorità culturale da geometra “fasso tutto mi” e quindi i cento anni della Partita devono essere gestiti culturalmente soprattutto dalla Pro Marostica. Tra l’altro alla Pro Marostica degli anni ‘50 con i suoi validi ed illuminati personaggi, veri artefici con l’artista Vucetich della Partita, non è dedicato nulla. Problemi probabili di inferiorità manageriale e culturale dell’attuale Pro Marostica nel confrontarsi con quella degli anni ‘50.
Ed il programma di conferenze presentato è in linea però con quanto da noi sostenuto da un po’ di anni, anche in polemica con Roberto Xausa sostenitore di cause familiari, senza che questo ci venga ovviamente minimamente riconosciuto, essendo per Bucco solo soggetti da querelare se non la pensiamo come lui.
Il programma afferma cioè che la Partita non va vista isolata come semplice spettacolo di rievocazione, ma come finestra sulla Storia di Venezia del 1400. Come giustamente affermato da un relatore, Pieralvise Zorzi, si innesta nei “miti” della Serenissima come idea di successo.
Quindi chi ha stilato il programma, con ovvia supervisione del Bucco, lo ha fatto bene con cognizione di causa. Ma lo ha fatto isolato dal contesto, senza tener conto della complessiva realtà culturale di Marostica.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica