PER CAPIRE ISRAELE OCCORRE ANDARCI E PARLARE. COME FA UN PAESE CIRCONDATO DA NEMICI A SOPRAVVIVERE?

Fine gennaio 2000 partenza per lavoro per Israele. Devo incontrarmi con una azienda locale per cercare di avere la rappresentanza dei suoi prodotti in Italia. Ho appena partecipato alla Camera di Commercio di Torino ad un incontro in cui veniva raccontato come Israele aveva cercato di inserire nella società circa un milione di ebrei scappati dalla Russia dopo il 1990. Tra l’altro la maggior parte di essi con ottime qualifiche professionali. L’idea è stata quella di partire con sacco di start up (nuove aziende) col supporto del governo e con un rigoroso processo di controllo. Tale iniziativa ebbe un notevole successo. Addirittura il 50% riuscì a decollare, quando normalmente il successo è intorno al 10-20%.
All’arrivo non solo sono stato attentamente perquisito, ma ho avuto anche un colloquio di tipo “psicologico”: volvano capire chi fossi.
La realtà che mi sono trovato è quella di un vivere molto controllato, ma comunque un paese ben organizzato ed in forte sviluppo tecnologico. Ma per il resto non capii molto.
A fine 2010 inizio 2011 ci sono tornato venendo da un viaggio con Avventure in Giordania per visitare Gerusalemme. E come guida ho avuto un israeliano che rispondeva francamente alle domande. Era proveniente dall’Italia. In pratica secondo lui il potere in Israele è in mano a dei politici reazionari che in pratica cercano di emarginare sempre più la locale popolazione araba, come fossero degli inumani, non la vera popolazione residente.
Poi ci racconta di una forte comunità ebrea conservatrice presente a Gerusalemme. Seguono scrupolosamente la Bibbia leggendola, pregando e facendo figli. Il contributo per vivere viene dal governo americano. La nostra guida non vede via di uscita se non con un accordo di vita tra ebrei ed arabi. Senza provocazioni e prevaricazioni. Tra l’altro sottolinea che è difficile pensare un futuro per un paese circondato da nemici.
Di quel viaggio ho un ricordo incredibile di Gerusalemme: si respira un’aria di religiosità unica. Ma anche di scontri risolti pacificamente. Il Santo Sepolcro è gestito dalla varie religioni cristiane con il monastero in mano alla antica Chiesa etiope. Ma le chiavi della chiesa in assenza di un accordo tra i cristiani sono per tradizione nelle mani di una famiglia mussulmana.

Osservatorio Economico Sociale di Marostica