
LA STORIA RICERCA LA VERITA’ NON LE FALSITA’: IL CASO DEI “QUATTRO MARTIRI” DI MAROSTICA. ED ORA COSA FARA’ IL SINDACO MATTEO MOZZO DELLA TARGA CON GLI ASSASSINI?
Bella ed imbarazzante domanda. E gatta da pelare per il Sindaco Mozzo che deve tutelare un minimo di dignità storica di Marostica.
Per ottanta anni ogni anno si sono commemorati i Quattro Martiri, partigiani fucilati dai nazisti con la collaborazione dei fascisti. Poi si scopre con le ricerche effettuate da un prete e da uno storico che Martiri non sono, ma degli assassini.
Ricapitoliamo la faccenda. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 sembra che per l’Italia la guerra sia finita e quindi tutti a casa a far bisboccia e dimenticare il fascismo. Ma non è così. Perché i tedeschi prendono in mano la situazione, vanno a riprendere Mussolini in “vacanza” sul Gran Sasso e lo mettono a lavorare con i suoi scagnozzi con la benedizione di Hitler. La maggior parte dei soldati che si rifiuta di collaborare con il rinato fascismo viene spedita in Germania per lo più ai lavori forzati (e sono oltre 600.000). Restano i giovani. Alcuni si mettono la camicia nera e vanno a lezione dei fascisti-nazisti. Molti scappano in montagna, in attesa che la guerra finisca e per salvare la pelle. Ma subito capiscono che è una illusione e che devono fare i partigiani. Ovviamente questi giovani nel Veneto sono super cattolici e non hanno esperienza politica se non nell’Azione Cattolica. A Malga Silvagno sopra Conco si ritrova così un bel gruppetto di giovani cattolici che fanno riferimento ad un cosiddetto Comando Militare “Dalla Pozza” di Vicenza alternativo al CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e di tendenze badogliane. La situazione poi cambia con l’arrivo alla malga di quattro partigiani veri con alle spalle guerra in Spagna e prigione. È evidente che potrebbero essere il punto di riferimento per combattere nazisti e fascisti. Sanno il mestiere. Ma hanno un problema: sono comunisti e garibaldini. E non sono andati lì in vacanza, ma per agire. Subito fanno fuori due fascisti locali, una spia ed un ufficiale.
A questo punto i “cattolici” decidono di ammazzare i “comunisti”. E lo fanno nel modo più atroce. 12 giorni dopo il delitto c’è il rastrellamento nazi-fascista. Evidentemente il gruppo è indebolito dall’aver perso i migliori combattenti. Quattro partigiani cattolici vengono catturati e fucilati nel cortile del Castello di Marostica. Tre di questi sono gli autori materiali dell’uccisione dei propri compagni partigiani e sono scritti nella lapide come “Martiri”. Un clamoroso falso storico perché sono stati degli assassini. La Storia impone di rimediare e Mozzo ha la responsabilità come Sindaco di togliere quella infamante lapide. A meno che non sia anche lui cattolico- badogliano.
Osservatorio Economico Sociale di Marostica